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FREEVOLA (di Lucia Raffaella Mariani)

Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 23

Al centro di Villa Bonelli c’è un piccolo tendone da circo, qui Dario Aggioli, vero e proprio agitatore teatrale dell’underground romano, ha impiantato una rassegna, Sciapitò, in cui ogni giorno si alternano artiste e artisti del panorama teatrale contemporaneo, alcuni affermati, altri giovanissimi. Tra questi ultimi la ventiquattrenne Lucia Raffaella Mariani con uno spettacolo che facilmente potrà girare numerose piazze. Mariani si situa, con abilità e rigore, all’incrocio di diverse modalità e generi: si presenta in scena con un body e delle culotte contenitive – perché senza non se la sentiva -, l’acconciatura appena fatta, le labbra rosse, in scena giusto una sedia e un microfono e poi tante rose lasciate al pubblico, da lanciare nel caso in cui spettatrici e spettatori sentissero un incondizionato sentimento di amore per la protagonista; dunque inizialmente pensiamo di assistere alla versione classica di un cabaret con personaggio in cui l’ambientazione è quella di un ipotetico talent, naturalmente Mariani si rivolge a noi come se fossimo la giuria. Lentamente però si scivola nei territori di una stand-up comedy più ragionata, la leggerezza ancora è il motore della performance ma il pubblico è messo nelle condizioni di riflettere, di confrontarsi con l’autoanalisi di questa ventenne che non riesce a vivere senza un segno di approvazione dagli altri, soprattutto dagli uomini. Le cosce troppo grandi per gli standard, i chili da buttare giù per l’agente, l’invidia per le ragazze magre che dunque sono più vicine a l’ideale altissimo di bellezza. Ridendo e scherzando lentamente l’autrice ci ha trascinato in un’impietosa camera delle angosce di oggi, Mariani ha un talento cristallino, una presenza carismatica e una scrittura efficace: è arguto il passaggio in cui fluidamente l’obbiettivo si sposta, dalle donne agli uomini, è il tentativo di primeggiare di fronte allo sguardo maschile la radice della questione. E noi uomini cosa ne pensiamo? Mariani sembra quasi indicare l’unica soluzione possibile: farla finita con il giudizio e la competizione, e dunque anche con chi dall’altra parte non cerca altro se non un paio di cosce perfette. (Andrea Pocosgnich)

Visto a Sciapitò, Villa Bonelli di e con Lucia Raffaella Mariani consulenza alla regia e alla drammaturgia Lorenzo Maragoni
consulente al movimento scenico
Erica Nava una produzione Trento Spettacoli con il sostegno di Potenziali Evocati Multimediali

Recensioni su Cordelia, ottobre 2023

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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