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Nuove Storie 2023. Il teatro emergente, tra paure e desideri

Presentiamo il programma di Nuove Storie 2023, rassegna teatrale che si terrà dal 29 maggio al 30 giugno al Teatro Elfo Puccini di Milano. Contenuto realizzato in media partnership.

Fag/stag

È il 2011 quando la rassegna Nuove Storie nasce, avvolta dalla membrana dei nuovi spazi concepiti per il Teatro Elfo Puccini, in Corso Buenos Aires a Milano. L’esigenza che l’ha originata sembra essere racchiusa, dopotutto, nello stesso titolo da cui prende nome. Nuove storie. Storie nuove. Il carattere di novità si lega così indissolubilmente alla dimensione genitrice, di possibilità, di attuale necessità. Sono storie che vogliono stare al passo coi tempi. Personali, collettive, di amicizia e di famiglia, sono storie che si originano nel culto, che solcano il mito, storie che attraversano lo spazio-tempo, la politica, l’immaginario, il reale ma anche la dimensione fittizia del sogno. Ecco sono loro, in fondo, che ci accompagnano nella vita quotidiana, con il bisogno costante di rinnovarsi per ricostruire narrazioni diverse, che quella vita la contengono davvero per poi oltrepassarla e fuggirla via.

Originariamente distribuita lungo l’arco della stagione, dal 2018 la programmazione di questo festival si condensa nei mesi di maggio e giugno, sotto la direzione artistica di Francesco Frongia. Nelle sue idee, il cambio di rotta manifesta la volontà di costruire «una sorta di osservatorio da cui studiare temi e sentimenti. Nuove storie diventa, da allora, una piattaforma da cui partire per avviare discussioni e ragionare su quale energie serpeggiano tra i gruppi emergenti. Se apparentemente la fine della stagione può sembrare un periodo strano per programmare la nuova drammaturgia, diventa subito chiaro che invece è la carta vincente per avvicinare gli spettatori più curiosi e più interessati a scommettere sulle novità». Il tentativo, dunque, di aprire la scena milanese al teatro indipendente italiano, alle compagnie giovani ed emergenti, riflette la necessità di dover trovare oggi spazio per l’ascolto di una materia teatrale nuova che possa raccogliere anche un pubblico più ampio. Dal 29 maggio al 30 giugno si susseguiranno, quindi, cinque spettacoli che portano in scena sentimenti comuni – la paura e il desiderio – facendo emergere una tensione attiva tra due elementi contrastanti. Il legame che instaurano con il tempo presente, con quello che siamo ma anche con ciò che ci circonda, favorisce l’innescarsi di riflessioni interessanti che coinvolgono sia le sfere emozionali sia le prospettive di sguardo, mettendo in gioco le relazioni con l’altro da sé. Nelle note di presentazione, Frongia sottolinea questo aspetto: «A volte l’altro ci appare senza volto, non è davvero una persona, non è riconoscibile, è fuori dalla comunità. C’è sempre un’ombra che percepiamo, un’ombra che non riusciamo a cancellare e che inquina l’anima».

Love me tender

È quindi a partire dall’incontro con l’altro che l’edizione di quest’anno vuole ricominciare, per diradare quell’ombra di paura e favorire l’emergere di una luce particolare, quella del desiderio, attraversata dalla possibilità del racconto e da una tipologia di teatro solitamente ai margini dei circuiti nazionali. Ad aprire la rassegna è lo spettacolo vincitore del FringeMI dell’anno scorso (festival diffuso del teatro indipendente che invade gli spazi di NoLo e della periferia milanese per popolarli e riscrivere nuove geografie identitarie): Fag/stag è la comedy di due artisti australiani Jay Fowler e Chris Isaacs, in scena Ludo e Gianny, amici trentenni che ancora cercano il brivido di una vita che gli scivola via, nel tentativo di sentirsi parte di una società che li respinge. La spontaneità e immediatezza del loro linguaggio è la cifra del ritratto dell’uomo moderno che fatica a trovarsi un posto nel mondo; loro ne scavano le profondità dell’animo e portano lo spettatore a sorriderne e a commuoversi. L’importanza delle relazioni è ripresa e amplificata dal progetto di Tindaro Granata, Antropolaroid + Piccoli Antropolaroid, in occasione del decennale dello spettacolo. Ripristinando la tradizione del “cuntu” – arcaica forma di narrazione in dialetto siciliano – il regista ne esplora la capacità ereditaria lasciando che siano giovani attori e attrici a prendere parola per raccontare le proprie origini. Jonathan Lazzini, Gabriele Brunelli, Emilia Tiburzi, Francesco Maruccia e Sebastian Luque Herera porteranno sul palco sé stessi e la loro storia, in un viaggio che è fatto di ferite e di cuciture, di famiglia, terra e radici.

Il colore X

Love me tender, di Renata Ciaravino e Shi Yang Shi, recupera queste ferite e si addentra in un territorio inesplorato ancora connotato da numerosi tabù. Il lavoro manifesta la volontà di affrontare una questione sociale, trovando la collaborazione con la Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive. La dipendenza sessuale e la dipendenza affettiva sono infatti i cardini attorno cui si articola lo spettacolo, ponendo l’attenzione sulle fragilità e le insicurezze che spesso minano i ragazzi di oggi e cercando di problematizzare alcune riflessioni sulla società attuale. Anche la dimensione abitativa assume un ruolo all’interno della narrazione: in Il colore X Magdalena Barile, Greta Cappelletti e Davide Carnevali portano avanti un progetto che si avvale di tre episodi distinti per indagare attraverso il teatro le questioni di discriminazione razziale legate all’urbanistica cittadina, in particolare alla periferia milanese. Le storie che rappresentano attingono quindi dai vissuti della comunità suburbana, portavoce di quella volontà di acquisire finalmente un corpo e abitare un luogo che non consenta più d’essere invisibili agli occhi altrui. Chiude la rassegna La Macchia, lavoro di Fabio Pisano, in cui l’incomunicabilità permea le relazioni tra personaggi, estranei agli altri ma forse, ancor di più, estranei a sé stessi. Un monito, o semplicemente l’esito di un atteggiamento comune che Pisano mostra nella sua crudezza per permettere al pubblico di esercitare una pratica di visione che possa dirsi rivelatrice. È qui che, riprendendo le parole di Frongia, «Desideri e paure si incontrano e si intrecciano indissolubilmente ma se riusciamo ancora a riderne è perché siamo vivi e abbiamo un futuro davanti a noi fatto di storie e di esperienze che si tramandano e ci trasformano».

Programma completo con date e info biglietti: https://www.elfo.org/rassegne/nuove-storie-2023.htm

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