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MDMA_primo studio (di e con Gennaro Maione) + Memento (coreografia di Nyko Piscopo)

Questa recensione fa parte di Cordelia, maggio 2023

Il FIC Fest 2023 ha ospitato anche due lavori d’area napoletana. MDMA_primo studio è un intenso omaggio di Gennaro Maione al cinema di Dario Argento. I toni sono volutamente cupi, ricreano atmosfere oscure o rosso sangue, in uno spazio vuoto colmo solo di figurazioni della paura, sollecitate in modo (forse troppo) dirompente da una colonna sonora presa direttamente dai film e da un assai (forse troppo) mobile disegno luci. L’idea è che l’immaginario deviato, come risultato di una negoziazione tra il corpo e la mente, abbia ricadute soprattutto sul piano interiore: la paura lavora autonoma nel corpo di ognuno, e alla fine libera ciò che non può più restare imprigionato. Maione mi ricorda Cesc Gelabert, con una mobilità espressiva estremamente versatile, capace anche di micromutazioni. Memento di Nyko Piscopo del gruppo Cornelia, è parte di una coreografia a serata intera (ha debuttato in Polonia, al Gdańsk Dance Festival, e poi in Italia al Visavì di Gorizia). Qui in formato ridotto e senza la scena e le luci al loro completo, è un estratto comunque autonomo. L’avvio è intrigante: i quattro interpreti nerovestiti (Nicolas Grimaldi Capitello, Eleonora Greco, Leopoldo Guadagno e Francesco Russo) sono riuniti e di spalle al pubblico, marcano immobili il tempo, quello dell’attesa. L’eleganza degli abiti, la quasi costante prossimità dei corpi, l’aria condivisa di sguardi che indagano il circostante per risposte inevase, il sincrono che sempre ordina e regola: è celebrazione di un’uguaglianza di genere possibile, ma comunque piegata alla speranza, che è sentimento ipotecato, come insegna Lee Edelman, dal vangelo riproduttivo. Piscopo ha ricchezza e facilità di costruzione del movimento, cura delle forme e dell’ascolto musicale; ma qui è assediato dall’ombra (non si sorride mai!), sulla quale non riesce a saltare (la futurità del senso? l’eternità garantita dal ricordo?). E allora prende corpo una persistente cupezza ‘modernista’, una rassegnata inclemenza, un’austerità affettiva come in cerca di compensazione. Senza esperienza della libertà, e del caos. (Stefano Tomassini)

Visto al FIC Fest 2023, Scenario Pubblico (Catania), Crediti MDMA_primo studio:Progetto di e con: Gennaro Maione |Produzione: Körper | Centro Nazionale di Produzione della Danza; Memento, coreografia Nyko Piscopo, musica Arvo Pärt; costume designer Rosario Martone, costumi Chi è di Scena – Ballet Store, dramaturg Ciro Ciancio, scenografia Paola Castrignanò, light designer Camilla Piccioni, responsabile tecnico Giuseppe Ferrigno, danzatori Nicolas Grimaldi Capitello, Eleonora Greco, Leopoldo Guadagno, Francesco Russo, produzione Cornelia.

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Stefano Tomassini
Stefano Tomassini
Insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi.

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