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Le Due Case: dalla rabbia generazionale alla tenerezza del tempo. #sponsor

La parola chiave per certi lavori è contemporaneità: l’esigenza di raccontare i tempi correnti dal punto di vista emozionale, raggruppando esigenze e mondi che riguardano tutti, nessuno escluso, aldilà della storia personale di ognuno. “Le Due Case”, in scena il 3 e il 4 maggio al Teatro Petrolini di Roma, è una drammaturgia che pone i personaggi e lo spettatore davanti all’impotenza di chi non si trova davanti a una scelta e non sa come muoversi per essere davvero padrone della propria vita. Racconta i tentativi che l’amore ha fatto per infilarsi nelle regole complesse della società che abbiamo vissuto e che viviamo, rendendosi testimone di una vita che fa il suo corso nonostante tutto e nonostante tutti, mettendoci a nudo volenti o nolenti. Tra giudizio e comprensione, rabbia e compassione, voglia d’essere ascoltati e la sensazione che a volte forse è meglio tacere, prima che sia troppo tardi.

Trama:
Dopo anni di nullafacenza con la scusa dell’università che non ha mai davvero frequentato, un ragazzo di 25 anni è costretto a tornare a casa dal padre che a sua volta ha sviluppato quasi un’ossessione verso di figlio e la sua mancata voglia di assumersi delle responsabilità, mettendolo sotto stretta supervisione come fosse un adolescente. In casa con loro vive la compagna dell’uomo, quasi coetanea del figlio. La tensione rende l’ambiente invivibile mentre avanza l’ipotesi che più che un arrivederci, serva la spinta per dare lo slancio a un addio.

Il cast è formato, in ordine d’entrata in scena, da Renato Solustri, Vittoria Mazzetti, Jacopo D’Amore, Anna Lagani, Silvia Spadoni, Patrizio Recchioni. Testo e regia di Filippo Ruggieri, aiuto regia e factotum del progetto Filippo Marone.

La grafica è stata realizzata da Simone Ripa.

Le Due Case.
Teatro Petrolini, Roma
34 maggio 2023

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