Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Nuovo Teatro Sanità di Napoli.
Il Nuovo Teatro Sanità chiude i battenti. Si spengono le luci del palcoscenico di piazzetta San Vincenzo
Il Nuovo Teatro Sanità chiude i battenti. La sala di piazzetta San Vincenzo, che ha illuminato con la luce dell’arte e il bagliore della cultura uno dei vicoli più scuri del quartiere Sanità, dopo nove anni di lavoro teatrale, non svolgerà più attività di pubblico spettacolo.
«Il 7 novembre scorso la stagione del nostro teatro è stata sospesa a causa di lavori di adeguamento, che le autorità ci hanno indicato come necessari per proseguire l’attività – spiega il collettivo artistico ntS’ – e ci siamo immediatamente attivati.
Nonostante i tentativi già fatti negli ultimi anni per adeguare la sala secondo la normativa per il pubblico spettacolo, la particolarità della struttura del ‘700, il fatto che il bene fosse di proprietà del Comune di Napoli ma nella disponibilità della Curia e le conseguenti difficoltà burocratiche derivate da questa situazione, non ci hanno consentito di raggiungere il risultato.
Abbiamo sempre tenuto al corrente le istituzioni della nostra situazione, cercando più volte aiuto e un tavolo di incontro, cosa che purtroppo non è avvenuta. In questi anni abbiamo lavorato nella massima trasparenza, senza sottrarci ad ogni possibile risoluzione della questione.
Ma dopo quattro mesi di sospensione delle attività, la mancanza di azioni concrete da parte delle istituzioni, ci costringe ad annunciare la chiusura definitiva. Il nostro palcoscenico che è stata la casa di molti artisti e che ha dato la possibilità a tanti giovani che desiderano fare questo lavoro di formarsi e trovare uno spazio che li accogliesse, non potrà più illuminarsi. È un silenzio che fa calare il buio. Dobbiamo purtroppo, lucidamente, constatare che questa è una decisione da considerarsi definitiva».
L’associazione Nuovo Teatro Sanità, in collaborazione con Parrocchia Santa Maria Della Sanità, per il momento, continuerà la sua azione nel quartiere attraverso l’attività laboratoriale, cercando di potenziarne la portata, offrendo corsi gratuiti anche per gli adolescenti, ossia per quella fascia d’età che finora è rimasta scoperta.
«Abbiamo creato un centro culturale in una zona dove non c’era nulla e dove spesso manca anche l’illuminazione: dove l’unica luce accesa, il più delle volte, è quella del teatro – continua il collettivo artistico ntS’. Abbiamo aiutato a crescere una nuova generazione di attori e drammaturghi che vincono premi importanti in tutta Italia, abbiamo ottenuto in pochissimi anni il riconoscimento ministeriale della nostra attività nel quartiere. Come collettivo artistico, siamo riusciti a raggiungere risultati insperati. Questo ci fa credere di aver lavorato bene. Eppure ora ci sentiamo invisibili. Siamo ad una battuta d’arresto pesante e viviamo la frustrazione di non poter essere noi a risolvere la situazione. Vorremmo non dover spegnere le luci, ma per farlo abbiamo bisogno di un intervento istituzionale immediato e concreto. Ci hanno definito spesso “il teatro della Legalità”: noi crediamo molto nelle istituzioni ed è a loro che chiediamo una mano. Ora sono solo le istituzioni a poter decidere se esisterà ancora il Nuovo Teatro Sanità».
Il collettivo artistico ntS’ ringrazia tutti coloro che in questi mesi hanno cercato di aiutare con gesti e azioni concrete per scongiurare la chiusura del teatro: «Non sempre le belle storie hanno un lieto fine. Noi come artisti e gruppo organizzativo esisteremo sempre, offriremo sempre una proposta culturale innovativa che guarda ai giovani; continueremo a fare formazione gratuita per i ragazzi e le loro mamme nella Chiesa dell’Immacolata e San Vincenzo. Continueremo a creare aggregazione e proveremo a reinventare la nostra identità. Gli spettacoli li faremo altrove, in altri luoghi, in altre “case”. Purtroppo ad oggi dobbiamo annunciare che le nostre poltrone resteranno vuote. Nella Chiesa dell’immacolata e San Vincenzo, dove da dieci anni opera il Nuovo Teatro Sanità, la magia dell’incontro tra le persone nella forma sacra e professionale del teatro non ci sarebbe mai dovuta essere e non ci sarà più».