SPECIAL HANDLING

Questa recensione fa parte di Cordelia, ottobre 2022

“Io ti offro un massaggio o una pratica, tu puoi insegnarmi qualcosa?” Entriamo nella tenda di Special Handling ricordando la presentazione del percorso di studio e pratiche di scambio intrapreso da Elisabetta Consonni nel 2021 a Milano, presentato poco prima, con Maria Paola Zedda, durante la talk Le alleanze dei corpi: poetiche e politiche della cura. In un angolo del cortile di Villetta Social LAB a Garbatella, accogliente come sempre durante la serata di Interazioni Festival, ci sfiliamo le scarpe per scivolare sotto un drappo variopinto, emblema di una forma dell’abitare nomadica tanto radicata quanto rimossa dall’immaginario urbano dominante. Le cuspidi tese fra corda e corda, l’odore paglierino e i colori intensi dei tessuti riproducono l’emozione del bambino che erige una tenda al centro della cameretta. Il quesito alla base delle pratiche messe in campo da Consonni mira a costruire esperienze alternative, destituire le dinamiche dominanti che eleggono luoghi e forme dell’insegnamento lungo i margini di rapporti di potere che si possono perpetrare solo producendo periferie. Così Consonni ha raccolto e scambiato saperi in contesti considerati marginali. Sotto la tenda la stessa coreografa e studiosa, insieme a Fatima Ferro che ha realizzato i tappeti su cui ci accomodiamo, non ci chiederà di consegnarle alcun sapere (ne saremmo capaci?), ma condividerà alcuni degli incontri avvenuti durante la ricerca performativa. Da ultimo ci viene regalato un massaggio. Ad occhi chiusi, sotto il cielo della tenda, una performance può essere anche occasione per ricevere cura. (Andrea Zangari)

visto al Teatro Palladium. Interazioni Festival:  di Elisabetta Consonni Perfomance: Elisabetta Consonni, Fatima Ferro Realizzazione tappeto: Fatima Ferro Decorazione tenda: Faiza Marei Riprese video: Sara Bramani Editing: Elisabetta Consonni Suono performance: Neunau Nei video: Iuliana, Gehan, Fatima, Taslima

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Andrea Zangari
Andrea Zangari
Architetto, laureato presso lo IUAV di Venezia, specializzato in restauro. Ha scritto su riviste di settore approfondendo il tema degli spazi della memoria, e della riconversione di edifici religiosi dismessi in Europa. Si avvicina al teatro attraverso laboratori di recitazione, muovendosi poi verso la scrittura critica con la frequentazione dei laboratori condotti da Andrea Pocosgnich e Francesca Pierri presso il festival Castellinaria prima e Short Theatre poi, nel 2018. Ha collaborato con Scene Contemporanee, ed attualmente scrive anche su Paneacquaculture. Inizia la sua collaborazione con Teatro e Critica a fine 2019, osservando la realtà teatrale fra Emilia e Romagna.

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