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ANY ATTEMPT WILL END IN CRUSHED BODIES AND SHUTTERED BONES

Questa recensione fa parte di Cordelia, ottobre 2022

foto Piero Tauro

Any attempt will end in crushed bodies and shuttered bones: il titolo dell’ultima opera di Jan Martens programmata da Romaeuropa Festival, è citazione di una durissima affermazione da parte di Xi Jinping in risposta alle proteste del 2019 che hanno portato tra le strade di Hong Kong migliaia di manifestanti. Sul palco della Sala Petrassi i concetti di libertà, di azione di massa, di repressione a un agire non conforme, di costrizione verso un ordine superiore, di tentativi di superamento sono magnificamente tradotti in un linguaggio totale, dove strumenti sono i corpi nelle loro differenze estetiche, sociali, generazionali e culturali. Sicuramente le scelte sonore determinano scene, interpretazioni e influiscono fortemente sull’atteggiamento del pubblico. Su tutte (anche più del rap di Kae Tempest, che si ascolta dopo) è il primo pezzo, bomba ad orologeria per interventi in assolo, in coppia, in gruppi sempre più grandi, reiterato più e più volte quasi come fosse una minaccia latente contro la quale scontrarsi e senza mai riuscire a trovarne soluzione pacificata, la cui stessa armonizzazione si basa su reiterazioni di accordi, suoni acuti e dissonanti, finte risoluzioni e virate sospese, terribili, è il Concerto per clavicembalo e archi Op. 40 di Henryk Górecki. Messa in atto del testo feroce di Ali Smith, pronunciato al microfono, provocazione da leggersi al contrario, mentre i corpi ancora in grigio sfilano in cerchio. La rivoluzione deve innescarsi, i corpi devono rompere l’imposizione dall’alto, sfidarla quindi gioiosamente, atipica, viva, eccoli vestiti in rosso. (Viviana Raciti)

visto a Romaeuropa Festival | Auditorium della Musica. Crediti: Coreografia: Jan Martens. Danzatori: Ty Boomershine, Truus Bronkhorst, Jim Buskens, Zoë Chungong, Piet Defrancq, Naomi Gibson, Kimmy Ligtvoet, Cherish Menzo, Steven Michel, Gesine Moog, Dan Mussett, Wolf Overmeire, Tim Persent, Courtney May Robertson, Laura Vanborm, Loeka Willems, Georgia Boddez, Zora Westbroek, Lia Witjes-Poole; Progetto illuminotecnico: Jan Fedinger; Assistenza Progettazione Illuminotecnica: Vito Walter. Costumi: Cédric Charlier. Testo: Ali Smith. Musica: “Henryk Mikolaj Górecki, Kae Tempest e Dan, Maxwell Roach. Direzione Tecnica: Michel Spang. Produzione: GRIP. In collaborazione con: Dance On Ensemble. Foto Piero Tauro.

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Viviana Raciti
Viviana Raciti
Viviana Raciti è studiosa e critica di arti performative. Dopo la laurea magistrale in Sapienza, consegue il Ph.D presso l'Università di Roma Tor Vergata sull'archivio di Franco Scaldati, ora da lei ordinato presso la Fondazione G. Cinismo di Venezia. Fa parte del comitato scientifico nuovoteatromadeinitaly.com ed è tra i curatori del Laterale Film Festival. Ha pubblicato saggi per Alma DL, Mimesi, Solfanelli, Titivillus, è cocuratrice per Masilio assieme a V. Valentini delle opere per il teatro di Scaldati. Dal 2012 è membro della rivista Teatro e Critica, scrivendo di danza e teatro, curando inoltre laboratori di visione in collaborazione con Festival e università. Dal 2021 è docente di Discipline Audiovisive presso la scuola secondaria di II grado.

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