Edizione 2022 per lo storico festival della Capitale dedicato alle arti performative multidisciplinari. Dal 10 giugno nel quartiere del Quadraro (a Largo Spartaco), al Parco di Tor Fiscale e con una coda fuori Roma nel centro storico di Toffia (in provincia di Rieti). Articolo in media partnership.
«Alla fine del festival ci riposiamo cinque giorni e poi cominciamo a pensare e a lavorare all’edizione successiva», questa è una delle ultime affermazioni di Alessandra Ferraro alla fine di una chiacchierata in cui ci ha raccontato la nuova edizione di Attraversamenti Multipli. Il festival ventennale, inventato e diretto insieme a Pako Graziani, che da diversi anni ha come centro nevralgico il quartiere del Quadraro a Roma, in questa edizione mostra la sua novità più evidente in uno sguardo verso la natura di un parco cittadino, Torre del Fiscale.
Spettacoli immersi nel verde e a bassissimo impatto ecologico: «Il parco Torre del Fiscale fa parte del Parco Archeologico dell’Appia Antica, è un polmone verde, in un territorio densamente abitato come quello del settimo municipio, che conta trecentomila abitanti, praticamente una città. Nel parco c’è l’acquedotto romano e dunque si configura come spazio dell’oggi ma che racconta anche qualcosa del nostro passato: qui apriamo un ragionamento tra arti performative e spazi verdi, e dunque sulla sostenibilità. Questo pensiero ci ha sempre accompagnato, per noi è una costante immaginare allestimenti leggeri, sostenibili». Le opere a Tor Fiscale sono state pensate insieme agli artisti, «rafforzando quel dialogo che è il motore del nostro lavoro. Nicola Galli ad esempio ha riadattato una sua creazione per il parco ripensandola per il momento del crepuscolo, incuneandosi in quel tempo di passaggio tra la luce e il buio; l’idea è quella di utilizzare le luci naturali e il paesaggio. Carlo Massari presenterà un nuovo progetto sulle metamorfosi, in prima nazionale, un lavoro pensato per il festival che poi potrà riadattarsi per altri luoghi. Anche Roberto Latini, con Venere e Adone, porterà una variazione nuova, adattata allo spazio nel verde».
Naturalmente rimane Largo Spartaco il fulcro di un festival mai domo, forgiato nell’asfalto della metropoli “che non abbozza”, tra l’attivismo del Centro Sociale Spartaco, il laboratorio di visioni multilingue e multiculturali Re.M diretto da Luca Lotano e una piazza che diventa contenitore di alterità, umane e artistiche. Perché se i piedi sono puntati in quell’asfalto, sotto ai palazzi del Boomerang, gli occhi del festival guardano alle punte più avanzate dei linguaggi del contemporaneo in Italia e oltre. Ciò che interessa a Pako e Alessandra è il cortocircuito tra i generi e gli artisti, la possibilità di mettere autrici e autori in difficoltà attraverso la richiesta di opere site-specific o che abbiano come palco proprio quella piazza. Negli ultimi anni è il versante coreografico ad esser stato maggiormente esplorato, Alessandra ci spiega come su questo versante ci siano le possibilità più innovative, artiste e artisti che attraverso il proprio corpo compongono alfabeti nuovi incorporando poi anche le altre possibilità linguistiche.
Questa sfida alla strada, alla burocrazia, alla possibilità di raccogliere una comunità mista di spettatori e spettatrici (appassionati, pubblico capitato lì per caso, addetti ai lavori…) diventa di volta in volta una sfida anche per gli artisti che devono essere poi in grado di produrre un gesto artistico. «Qui, a Largo Spartaco, ad esempio troviamo la produzione tra Mozambico e Spagna di Ertza con Otempodiz, oppure i tedeschi Frantics che mescolano diverse culture della danza, dall’hip-hop al contemporaneo, sono esplosivi. Ma siamo contenti di avere una nuova creazione di SpellBound, anche in questo caso pensata per gli spazi urbani del festival. Tra gli italiani c’è anche Daniele Ninarello da non perdere (come d’altronde tutti gli artisti in programma)».
L’innesto dell’opera artistica con il festival e la geografia urbana è un lavoro difficile e complesso, Ferraro e Graziani allora hanno pensato a residenze dinamiche, alcuni degli artisti arrivano prima e pensano al proprio lavoro in relazione agli spazi: «è il caso di un’altra prima nazionale, di una giovane compagnia napoletana, Cornelia, con una creazione (Sleeping Beauty) che a partire dalla Bella addormentata riflette sulle questioni generazionali e di genere. Loro arrivano alcuni giorni prima della presentazione della performance, e attraverso una residenza artistica che si svolge in urbano, entrano in relazione con il quartiere dove si svolge il festival. Per noi questo è un passaggio importante, vuol dire far abitare i luoghi di vita quotidiana dalle performing arts».
Poi c’è chi abita gli spazi urbani attraverso il suono: è il caso della compagnia Casadargilla che continuerà il proprio lavoro sulle storie fantascientifiche, dai testi di Ballard, Sheckley, Bradbury, Dick, Lem, Simak; ma in questo senso va letto anche il progetto Teleradio Metropoli di Margine Operativo e Mondocane. Se la sfida è quella di far entrare in collisione mondi apparentemente lontani ecco allora proprio Margine Operativo (la compagnia di Alessandra Ferraro e Pako Graziani) nel tentativo di misurarsi con Dostoevskij e il suo Memorie dal sottosuolo attraverso una performance fisica, di danza creata con Yoris Petrillo. Tante, insomma, le radici di questo festival, radicate ma in grado di spostarsi velocemente da un mondo all’altro, lasciando tracce emozionali negli spettatori e nei luoghi.
Redazione
Programma: https://www.attraversamentimultipli.it/programma/
Attraversamenti Multipli si svolge a Roma dal 10 al 18 giugno 2022
e a Toffia (Rieti) il 25 e il 26 giugno.