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La bellezza della vulnerabilità: Autunno Danza 2021

Dal 13 settembre al 31 ottobre a Cagliari la ventisettesima edizione di Autunno Danza, il festival di danza contemporanea e arti performative diretto da Momi Falchi e Tore Muroni. Contenuto in media partnership

I punti di sospensione sono eloquente metafora della condizione esistenziale delle arti e della vita umana stessa in questo nostro tempo.  Uno spazio di incertezza, di continua evoluzione, di margini che si allargano e restringono. La ventisettesima edizione del festival Autunno Danza ha voluto inglobarne il significato profondo, facendone punto di partenza fecondo e allo stesso tempo accettandone la sfida: sospendere il giudizio in un’attesa attiva, consapevole e aperta al cambiamento, riallacciando fili e discorsi interrotti dalle chiusure dello scorso ottobre e proiettandosi verso il futuro. Come afferma Momi Falchi, codirettrice del festival insieme a Tore Muroni, «Autunno Danza è un festival con le idee chiare. Ha ventisette anni, è una realtà ben radicata, ma allo stesso tempo duttile, sempre esposta al cambiamento e all’ascolto. Nella schizofrenia di quest’epoca, tra regole e direttive che cambiano e si aggiungono, continuiamo a proporre uno spazio di espressione e ricerca che, nell’accettare vulnerabilità e precarietà, le esplori e valorizzi». Questa volontà si declina in un cartellone ricco di appuntamenti trasversali, che partendo dalla danza incontreranno le arti visive e performative in due spazi distinti, ma connessi: Sa Manifattura, antica fabbrica di tabacco convertita alla proposta culturale, e il palcoscenico del Teatro Massimo di Cagliari.

Nel solco già tracciato fin dal 2019, si parte dal lavoro sui processi creativi di Fuorimargine, progetto di sostegno all’autorialità emergente che, come da titolo, si propone di uscire dagli spazi deputati per esplorare la città di Cagliari, allargando le prospettive della creazione artistica alle strade, l’architettura, la comunità, il mare che la circonda. Punti sospensivi connettono anche qui il passato con il futuro: tre artisti della precedente edizione, Edoardo Mozzanega, Chiara Aru e Paola Drera, presenteranno i propri lavori nati nello stesso contesto (rispettivamente Dream of a Tiger – A Ritual Lecture, Oh my GAD! e Codice Morse_lo studio), perché possano dialogare con i dieci performer selezionati dal bando 2021, sotto la guida del coreografo e danzatore Jacopo Jenna. L’azione sul territorio e lo scambio con la comunità saranno condotti con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission, l’Associazione Spaziomusica e Sardegna Ricerche: una collaborazione che racconta la volontà già ampiamente esperita di uscire anche dai margini del linguaggio coreutico, in costante scambio e contaminazione. Non a caso il primo evento del festival, anch’esso nato nell’ambito della residenza Fuorimargine 2020, sarà la proiezione di Memory Layers, un film di Massimo Gasole che esplora le stratificazioni della memoria nella dimensione collettiva dei corpi in dialogo onirico con la luce, il suono e le immagini.

Dentro e fuori, qui e altrove, presente e futuro: attorno a questi dualismi si sviluppano le traiettorie artistiche del gruppo di lavoro, ma anche le proposte del festival negli spazi di Sa Manifattura. Giovedì 16 e venerdì 17 andrà in scena The Wall, performance cross disciplinare partecipata della danzatrice Sara Marasso con il contrabbassista Stefano Risso, in cui il muro si fa limite concreto e metaforico, ricalcando una condizione che ci ha visto protagonisti in isolamento. Partendo dal corpo come strumento di ascolto e dialogo, lo spettacolo vuole essere occasione per una domanda collettiva: cosa c’è al di là del muro?

Un altrove evocato anche dalla performance del coreografo e danzatore Daniele Albanese, la cui danza dal vivo dialogherà con quella proiettata in video di Eva Karczag, storica danzatrice di Trisha Brown: Home Altrove, in scena il 22 e il 23 settembre, vuole sondare le energie contrastanti che reggono l’azione scenica quanto il nostro stare al mondo, in perenne fuga e ritorno verso casa. La parola casa, traduzione limitante dell’inglese home, racchiude un concetto ampio e controverso, perciò fecondo. Noi stessi siamo casa per i nostri pensieri, le nostre paure e i nostri demoni, da cui scappare e a cui tornare, per trovare riposo. Saranno proprio questi luoghi mentali gli spunti per le restituzioni dei processi di ricerca del gruppo Fuorimargine 2021, che andranno in scena venerdì 24 e sabato 25 settembre sotto i tre titoli di Home Demon (a cura di Chiara Aru), Ricalcolo #3 (Paola Drera) e Public Nap (Edoardo Mozzanega).
Da ottobre Autunno Danza lascerà Sa Manifattura per abitare il Teatro Massimo, in collaborazione con Sardegna Teatro, e aprirsi alla danza internazionale. Il 2 e il 3 ottobre debutterà in prima nazionale Sorakhe, della compagnia marocchina Hna-ya, già selezionato alla Biennale della Danza in Africa di Marrakesh. Un ululato, questo il significato del titolo, che non trovando spazi di ascolto ed espressione, fa del corpo il proprio strumento di resistenza. Con Anna Frascendini di Scarlettine Teatro, Autunno Danza si rivolge alla primissima infanzia: la performance Corpo Lib(e)ro (prodotta da Autunno Danza insieme a Campsirago, Sardegna Teatro, TIP Teatro Instabile Paulilatino e festival Tuttestorie) racconta a bambini e genitori una storia senza parole, con la volontà di metterli in relazione attraverso un libro fatto di danza e suoni.

Saranno poi recuperati i due spettacoli già programmati nella scorsa edizione, ma mai andati in scena a causa delle chiusure anti-Covid dello scorso ottobre. Il 13 e 14 ottobre il palco del Teatro Massimo ospiterà Harleking, danza che incontra la commedia dell’arte nella coreografia di Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, mentre il 16 e il 17 andrà in scena in prima nazionale Superstite, della danzatrice folignate Lucia Guarino: il corpo superstite, il corpo che sopravvive e contempla il vuoto, scoprendo in esso un universo di possibilità e bellezza. Chiude l’edizione 2021 di Autunno Danza il duetto Quel che resta, coreografia di Simona Bertozzi in scena insieme a Marta Ciappina il 31 ottobre. Due corpi che dialogano in una danza in continua mutazione, cercando traiettorie e strategie di adattamento, rivelando altri spazi, nuove dimensioni, costante stupore.
Per il ventisettesimo anno, Autunno Danza si fa portavoce di una proposta artistica raffinata e intelligente, in cui le diverse forme non temono di ibridarsi e contaminarsi, creando uno spazio di dialogo e confronto con i sospensivi: proiettato nel futuro.

Redazione

Il programma completo: https://www.autunnodanza.it/calendario/

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