#casalinutile Al Teatro de LiNUTILE il palcoscenico è digitale. #sponsor

In un momento estremamente difficile in cui tutte le arti performative vedono chiuse le loro sedi istituzionali per cercare di arginare il diffondersi del Covid-19, il Teatro de LiNUTILE e la sua Accademia scelgono il palcoscenico digitale per portare avanti le proprie attività e cercare di mantenere attiva la comunità dei propri allievi facendo ricorso alle potenzialità della rete e dei social network.

I corsi e le prove degli spettacoli e dei saggi previsti in cartellone a partire da aprile saranno riadattati in modo da poter essere seguiti via Skype e WhatsApp, strumenti di comunicazione che, pur ovviamente non riuscendo a far rivivere appieno l’attività in presenza, consentono tuttavia di creare interazione tra le persone e attenuare il senso di spaesamento di chi, all’improvviso, si trova magari a dover trascorrere la propria giornata in casa.

«Non si tratta di fare fronte ad una necessità esclusivamente didattica. – raccontano Marta Bettuolo e Stefano Eros Macchi, fondatori dell’Accademia e del Teatro de LiNUTILE- L’obiettivo che ha spinto a continuare, per quanto possibile, i corsi e le prove via internet, nasce dal desiderio di tenere viva quella comunità artistica e umana che ruota intorno al mondo del Teatro, un’alchimia che rischia di perdere il proprio vigore proprio a causa della lontananza. In questo modo vogliamo anche far sentire che il Teatro e l’Accademia non sono solo luoghi su di una mappa, ma anche punti di incontro immateriali dove sentirsi comunque a casa»

Accanto alle lezioni online, LiNUTILE affiancherà una strategia social atta a trasformare le proprie pagine Facebook e Instagram in spazi in cui, con l’hashtag #casalinutile, ciascuno si senta come fosse realmente in Teatro e possa raccontare le sue esperienze, come sta vivendo questi giorni, consigliare nuove letture e nuove risorse cui attingere per accrescere la propria cultura.

Perché, il Covid-19 starà pure girando da qualche mese, ma il Teatro sono più di duemila e cinquecento anni che si diffonde!

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