Ritratti, 5 incontri con la Compagnia Bartolini Baronio è un laboratorio gratuito per studenti e non. Parte del progetto Sguardo Vivo, finanziato dall’Università di Roma Tor Vergata. Scade il 17 febbraio 2020.
Volevo applicare al teatro il principio che ciò che conta non è solo interpretare il mondo, ma trasformarlo.
Bertold Brecht
Non l’Uomo, ma gli uomini abitano questo pianeta. La pluralità è la legge della terra.
Hannah Arendt
A partire dalla ricerca sulla biografia e il ritratto, luoghi fondamentali della nostra ricerca artistica e pedagogica, mettiamo a disposizione strumenti di lavoro per aprire un dialogo con gli allievi.
Ogni allievo porta con sé un progetto, un desiderio, un’urgenza. Come ascoltarne il battito? Come seguirlo? Quali strumenti di ricerca applicare affinché ogni strada si apra e ogni passo si possa compiere? Abbiamo bisogno di piccoli passi per srotolare grandi matasse. Il primo passo cerca la nudità del soggetto che propone il progetto, perché a sua volta il progetto si spogli e venga alla luce. Come? Lavorando con le biografie, le foto, i ricordi, con testi e riferimenti letterari. Tutti materiali che andranno a comporre un ritratto. Ritrarre lo stare in bilico che nasce dall’esposizione di sé racconta il nostro lavoro sulla scena e quello con gli allievi.
J. L. Nancy a proposito del ritratto scrive: L’esposizione non è un’appendice né una parata della qualità o dell’essenza ritrattistica: essa è consustanziale alla pittura, lo è ancora di più, se è possibile, al ritratto. Come è stato detto, l’interiorità, ha luogo allo stesso tempo dell’esteriorità e da nessun’altra parte. L’esposizione è questa installazione (mise en place) e questo aver luogo né interiore né esteriore, ma in avvicinamento o in rapporto. Si potrebbe dire che il ritratto dipinge l’esposizione. Cioè la mette in opera. Ma l’opera, in questo caso, non è la cosa o l’oggetto quadro. L’opera è il quadro in quanto rapporto. In questo senso, il soggetto è l’opera del ritratto, ed è in quest’opera che esso si trova o si perde.
Portare alla luce – traire au jour – il fondo stesso dell’allievo che prenderà spunti, stimoli, aprirà dubbi, domande, per rielaborare la sua personale visione, la sua ricerca. Trarre fuori la presenza dell’allievo e del suo progetto. Esporre quella presenza al rapporto con sé esponendola alla relazione con l’altro attraverso esercizi di prossimità. Cercare una zona di intimità sia sulla scena che nella scrittura. L’intimità è rischio e possibilità, è la generosità che chiediamo al teatro e a chi lo fa. L’intimità che l’ex-posizione mette in campo ci riguarda, e pensiamo abbia a che fare profondamente con la ricerca della bellezza. E la bellezza prima di tutto è un incontro.
Dov’è la bellezza della “cosa” che sto cercando di ritrarre? Come posso tradurla perché diventi atto di condivisione attraverso il mio gesto artistico? Cosa sto traducendo e dunque trasmettendo? é con questi presupposti che lavoriamo alla pedagogia teatrale di questo incontro, cercando e organizzando materiali personali da mettere in contatto con alcuni elementi del nostro lavoro artistico: la musica, la lettura, la scrittura a partire dal corpo biografico dell’allievo, lo spazio da costruire a partire da questo luogo di prossimità che nel suo darsi si fa contenuto universale di una singolarità che è anche plurale.
Inizieremo con l’incontrarci, il presentarsi, chi siamo?, da dove veniamo? Questo è il primo materiale del lavoro, la partenza. Continueremo condividendo un training fisico, vocale e immaginifico propedeutico ad un lavoro più intimo con le memorie, i ricordi, le biografie, le foto degli allievi.
Il corpo è al centro di questo racconto che racconta sé e il mondo, paure, desideri e aspirazioni. In questo viaggio da fare insieme il corpo è sempre presente, si scontra, cade, si rialza e non smette mai di domandarsi l’urgenza, il senso, per chi lo sta facendo, non smette di cercare la prossimità con l’altro che guarda, lo specchiamento, la condivisione. Il corpo attraversa pratiche e tecniche che metteremo a disposizione, intese come mezzi e strumenti per essere più liberi. L’allenamento è fisico dunque ma anche umano, etico e politico, per cercare quel corpo che si getta nella lotta di cui scriveva Pier Paolo Pasolini.
Quel corpo che si getta con tutta la sua forza e la sua fragilità nella lotta che è teatro, che è vita. Chiediamo a tutti gli allievi di portare foto di quando erano bambini e della propria famiglia, di scegliere due canzoni a cui tengono in modo particolare, una come ricordo d’infanzia l’altra invece che racconti qualcosa di loro, di come sono oggi.
Se possibile leggere:
Trattato di funambolismo di Philippe Petit
Il ritratto e il suo sguardo di Jean-Luc Nancy
I seguenti venerdì pomeriggio, h 14:30-18, Ex Fienile – Largo Ferruccio Mengaroni, 29 Roma
28 febbraio – 6 marzo – 13 marzo – 20 marzo – 27 marzo 2020
Laboratorio gratuito per 20 studenti e non
RITRATTI è parte dell’iniziativa Sguardo Vivo finanziata dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
Info: sguardovivo.wordpress.com
Iscrizione obbligatoria entro il 17 febbraio 2020; inviando una mail a sguardovivo.lab@gmail.com allegando una breve lettera motivazionale e, se studenti, corso di laurea e matricola.
Scarica la locandina di Ritratti
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