Claudio Longhi porta in scena Elias Canetti: ventitré attori per proporre al pubblico italiano il grande autore premio Nobel attraverso una delle sue opere più attuali: La commedia della vanità, in scena in questi giorni al Teatro Storchi di Modena. Video intervista
La commedia della vanità è stata scritta tra il 1933 e il 1934, una specie di favola nera al centro della quale compare una comunità cui viene imposto, per decreto di volontà superiore, di distruggere specchi, ritratti, pellicole cinematografiche; più in assoluto, ogni forma di autorappresentazione o di rappresentazione che l’uomo può dare di se stesso.
Ma a venir distrutta non è l’autocelebrazione, è l’idea stessa di identità. Che cosa rimane?
Tutta la favola si sviluppa intorno a una riflessione tra identità, individuo, massa e morte e su come questi concetti convivano tra loro. Una massa di voci che deborda dal palcoscenico a investire la platea, che restituisce al pubblico l’urgenza di questa allegoria, dell’incubo di una dittatura nascente acclamata a gran voce.
Video intervista a cura di Francesca Pierri e Andrea Zangari