Con questo corposo volume, il critico teatrale, saggista e docente Massimo Bertoldi accompagna insegue per l’Europa l’attore triestino Alexander Moissi, a pieno titolo appartenente alla categoria di quei grandi attori mattatori che dominarono la scena della prosa prima che la figura del regista prendesse definitivamente il sopravvento – e che, del resto, ne contribuirono all’affermazione. Quanto meno, Moissi sicuramente contribuì all’affermazione di Max Reinhardt, che lo elesse a elemento fisso del suo cast e seppe dosarne la presenza e calibrarla anche con ruoli minori ma di grande efficacia, seguendolo / accompagnandolo in una una carriera talvolta minata da una critica severa, da un carattere spinoso, dall’ostacolo della lingua, da un orientamento politico rischioso. Probabilmente per via del rapporto discontinuo con l’Italia, nonostante i natali triestini e l’ottima accoglienza ottenuta nelle tarde tournée in patria, Moissi scomparve presto dalla storiografia ufficiale. Contribuì a disperderne la fama il vorticoso evolvere artistico, dal naturalismo alle avanguardie, che animò, tra le due guerre, l’Europa tutta e in particolare la Germania delle due capitali dell’arte, Berlino e Vienna, in continuo scontro e concorrenza, che Bertoldi descrive vividamente. Il volume si propone come un corposo contributo accademico, con una struttura scandita da brevi capitoli che seguono schematicamente e in senso cronologico e geografico l’evolversi della carriera dell’attore, così come un minuzioso apparato di note e appendici che restituisce pienamente lo sviluppo e la proporzione della carriera professionale. Se il bell’apparato fotografico sa restituirci il volto, lo sguardo magnetico e stravolto del grande attore, tuttavia, il profluvio di date, repliche, titoli, rendono difficile rintracciare gli stralci di una biografia in bilico tra il professionismo, il successo e il rifiuto della disciplina; di un italiano dalle inflessioni venete e triestine e di un tedesco mai appreso pienamente; di un socialismo di ispirazione sovietica prima abbracciato, poi rinnegato per sfuggire alla censura e al declino di nazioni ormai divorate da totalitarismi e venti di guerra; di un rapporto ambiguo con la patria sempre ambita e rimpianta ma che, ormai fascista, troppo tardi seppe concedergli la cittadinanza. (Alexander Moissi. Grande attore europeo 1878-1935, di Massimo Bertoldi, Cue Press, 2023).