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Studenti in protesta al Biondo. Quale futuro per la scuola?

Negli ultimi due mesi la Scuola del Teatro Biondo di Palermo, già Scuola dei mestieri dello spettacolo, guidata in passato da personalità quali Emma Dante, è in una fase di stallo legata alla nomina del nuovo direttore

Teatro Biondo, Palermo – via Wikimedia Commons

«La Scuola del Teatro Biondo ci ha lasciato soli e ha lasciato a mezz’aria anche le sue promesse». Dal 2020 il Teatro Biondo di Palermo si è dotato di un percorso formativo nato dall’iniziativa congiunta tra il medesimo teatro, l’Università degli Studi di Palermo e la Fondazione Andrea Biondo. Si tratta del Curriculum Recitazione e professioni della scena, indirizzo del DAMS: una proposta didattica per certi versi ibrida, allo scopo di «formare una nuova generazione di professionisti e professioniste dello spettacolo in grado di competere ai più alti livelli nelle scene del nostro tempo», come risulta dal sito istituzionale. In questi giorni la Scuola è stata, ed è tuttora, oggetto di un acceso confronto, da quando a gennaio del corrente anno le attività sono state bruscamente interrotte per una difficoltà di carattere amministrativo. La questione: se fino alla precedente stagione accademica la direzione della scuola era stata affidata automaticamente al direttore artistico del Teatro (attualmente Valerio Santoro), adesso si deve individuare un direttore autonomo, responsabile della Scuola. 

Immagini della manifestazione – via Instagram @classeteatrobiondo

Le lezioni teoriche si erano già concluse per dicembre, ma non i laboratori, che invece vengono arrestati all’improvviso all’inizio dell’anno. Gli studenti e le studenti chiedono spiegazioni, ma tutto viene rinviato al momento della nomina di questo chimerico direttore da parte del CdA. Dal 14 febbraio si organizzano proteste, con allievi e allieve che tengono performance pubbliche e lezioni autogestite, mentre la dirigenza si barrica nel silenzio. In una nota della scorsa settimana la classe afferma: «Nessuno si è preso e si prende la responsabilità del fatto che ancora a metà febbraio siamo l’unica Scuola di Teatro d’Italia ad essere ferma», Scuola di Teatro che «si dichiarava pronta a mostrare a tutti quanto Palermo fosse una città aperta alle nuove generazioni, quanto Palermo fosse una città pronta ad accogliere l’Arte e che non fosse necessario andare lontano e lasciare la Sicilia per rispondere all’esigenza di formarsi e crescere come Artisti».  

IG @classeteatrobiondo

Gli artisti e le artiste organizzate nell’Osservatorio Artistico e Culturale Palermo (O.C.A.PA.) evidenziano, da parte loro, l’atteggiamento col quale è stata gestita la comunicazione in queste settimane: «Il Teatro Biondo ha continuato a promuovere i propri spettacoli sui social, come se nulla stesse accadendo, ignorando che sotto i suoi uffici […] gli allievi e le allieve della scuola sono stati costretti a protestare perché da due mesi non ricevono lezioni». E in questo silenzio, che ne sarà della Scuola?  Ieri, lunedì 23 febbraio, si è finalmente tenuto un incontro tra Santoro e la classe del Biondo. Questi i risultati: il CdA non ha ancora provveduto alla nomina del direttore della scuola e non si prevede quando questo possa accadere; tuttavia, le lezioni potranno riprendere a metà marzo. Piuttosto oscuro pare ancora lo stato della convenzione con l’Università (si paventa che potrebbe non essere rinnovata). Allieve ed allievi si ritengono ora complessivamente soddisfatti del dialogo, ma il futuro dell’Istituzione sembra rimanere incerto. Nel frattempo, Santoro si occuperà della gestione dei rapporti con l’Ateneo palermitano. 

IG @classeteatrobiondo

La questione non è solo didattica. Già dalle citate dichiarazioni si desume la tendenza di una consumata retorica, paternalistica, la quale vorrebbe patrocinare la crescita del “giovane” imponendovi nei fatti interessi privati, in evidente conflitto con le reali esigenze di questa crescita e con le istanze non solo delle professionalità in formazione, ma in genere delle realtà emergenti del territorio. La radice politica del tema è significativa; lo rileva il citato Osservatorio palermitano a proposito della programmazione delle attività artistiche del prossimo triennio. Allo scadere del termine per la domanda ministeriale, Santoro non aveva ancora incontrato gli artisti e le artiste del territorio, e anzi: «alla nostra richiesta di confronto, ha risposto rinviandolo a dopo la scadenza ministeriale. Questo significa una sola cosa: la programmazione triennale sarà definita senza tener conto della realtà artistica locale. Un territorio che Santoro, di fatto, non conosce». L’OCAPA comunque aggiunge: «restiamo desiderosi di lavorare bene e in sinergia per la crescita del teatro della nostra città; ma per fare questo abbiamo bisogno di conoscere il nostro interlocutore». 

Teatro Pirandello- via https://fondazioneteatropirandello.it/

Formazione e territorio. Rapporto cruciale, che non riguarda soltanto il Biondo. La Umberto Spadaro, scuola dello Stabile di Catania, è ancora inattiva, nonostante il breve sussulto di riapertura con le Masterclass di Anna Malvica ad aprile 2024 (decisamente orientate verso un certo teatro di tradizione). Intanto, nell’Agrigento Capitale italiana della Cultura si attende l’istituzione di un’Officina del Teatro Pirandello, che da quanto risulta dal sito ufficiale avrebbe dovuto iniziare le sue attività a settembre 2024. La direzione dell’Officina è stata affidata a Marco Savatteri, incaricato in qualità di Responsabile e Coordinatore delle produzioni culturali innovative del Teatro Pirandello: titolo pomposo, dal sapore più onorifico che professionale, attribuito a un regista e produttore di musical già direttore di una sua scuola, La casa del musical. Abbiamo chiesto se tale attribuzione sia stata regolata dalla pubblicazione di un qualche bando istituzionale, e ovviamente se l’offerta didattica prevista sia stata erogata. Attendiamo risposta, anche noi. 

Tiziana Bonsignore 

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