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QUELL’ATTIMO DI BEATITUDINE (di e con Christian Di Filippo)

Questa recensione fa parte di Cordelia di febbraio 25


Rapsodico, imprevedibile, un po’ diabolico, sicuramente nevrotico: N si presenta con la giacca e i capelli pettinati all’indietro, cammina deciso dal fondo, entra in luce, ha qualcosa da dirci: N non ha niente, non ha casa e famiglia, non ha un gatto, ha solo Diana, la Citroën gialla parcheggiata all’incrocio con Via Istria, nella quale vive. Questo è il suo punto d’osservazione della realtà e punto di contatto con la società. Della macchina, tiene puliti i vetri con lo sgrassatore affinché possa guardare la tv, quella però della famiglia del palazzo di fronte. Al dialogo, N preferisce scrivere delle lettere, quasi delle invettive che appunta sul suo taccuino nero, contro K. la vicina “gattara”, contro il traffico, contro il condominio, contro tutto. Un giorno, quella sua veemenza, dopo essere stata scagliata contro Dio, si trasforma in incendio. Quell’attimo di beatitudine è il monologo scritto e interpretato da Christian Di Filippo che porta Noi, pubblico, a contatto con N, l’individuo solo e isolato – perfetta nella sua plasticità, la smorfia consapevole di disgusto che si palesa sul volto dell’attore quando parla degli «esclusi». N potremmo essere Noi se un giorno dovessimo perdere e perderci e, per il reato di incendio doloso, entrare in carcere. In cella, N diventa una sorta di santone a cui il resto delle persone recluse si rivolgono, riceve pure la stima del direttore dell’istituto penitenziario, incontra persino il Papa. Il testo di Di Filippo, in cui si può cogliere un riferimento a The Lady in the Van di Alan Bennett, è un’appuntita disamina sociale che, senza ridondanze moralistiche o pietà filosofeggianti, riesce a scandagliare tutte le temperature dei sentimenti umani tramite una lente verista. Il testo, l’attore e la regia non si prendono mai troppo sul serio ed è un pregio funzionale a far emergere, degli aspetti antropologici trattati, la loro variegata gamma di buone intenzioni e meschine contraddizioni. (Lucia Medri)

Visto a Fortezza Est: di e con Christian Di Filippo; Musiche Elio D’Alessandro; Aiuto regia Viola Carinci; Assistente alla regia Celeste Tartaglia; Foto Luisa Fabriziani; Produzione AMAranta Indoors. Spettacolo Vincitore della XXIII edizione del Palio poetico musicale teatrale ErmoColle

Cordelia, febbraio 2025

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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