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VACANZE DI GUERRA (di I. G. Barba regia F. Ceriani)

Questa recensione fa parte di Cordelia di gennaio 25

La bulimia di onnipotenza e di opulenza è tale che non ci stupiremmo se le agenzie di viaggio iniziassero a programmare dei viaggi nelle zone di guerra per vivere esperienze uniche nella vita, sconvolgenti, cariche di emozioni. Questo è un ipotetico futuro immaginato in Vacanze di guerra dal drammaturgo Ignasi García Barba – i cui testi posso essere scaricati gratuitamente a questo link – e portato in scena nell’adattamento diretto da Ferdinando Ceriani e interpretato da Valentina Martino Ghiglia. La protagonista Berta si rivolge sin da subito al pubblico presente trattandolo come fosse un gruppo di villeggianti in trepidante attesa di esperire sulla propria pelle cosa si prova a stare in un conflitto. Montata in scena una tenda, ricoperta da un tappeto di foglie per mimetizzarsi, Berta entra ed esce da quello spazio per dare indicazioni utili al soggiorno: distribuisce volantini, impartisce ordini e sciorina raccomandazioni. La sua però è una postura nolente, preoccupata, infastidita; lei per prima è consapevole della boriosità egoistica di un simile viaggio ma è costretta a portare avanti questo lavoro perché a casa la aspettano un figlio piccolo, e un marito nullafacente, e poiché lei è stata licenziata da una casa editrice, non ha altre alternative se non questa. La drammatica semplicità del testo, la sua schiettezza nel dispiegarsi senza eccessiva retorica ma con screziature ciniche e tragiche, potrebbe essere supportata da un’interpretazione più densa e sfaccettata, meno bidimensionale e meno ripiegata sull’aspetto più commiserevole del carattere di Berta. È infatti attraverso di lei che sperimentiamo l’assurdo e l’orrore del viaggio ed è tramite di lei infatti che esprimeremo nel finale il lato peggiore della nostra natura. (Lucia Medri)

Visto all’Altrove Teatro Studio: di Ignasi García Barba, traduzione Valentina Martino Ghiglia, con Valentina Martino Ghiglia, drammaturgia sonora Diana Tejera, elementi scenici e costume Carlo Sala, assistente alla regia Isotta Tomassini, regia Ferdinando Ceriani

Cordelia, gennaio 2025

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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