Scenografe, di Anna Maria Monteverdi

Il volume, pubblicato da Dino Audino nel 2021, si propone come un compendio aggiornato e il più possibile esaustivo delle artiste, scenografe e, spesso, più recentemente, autrici e registe che hanno costruito, arredato, immaginato e abitato la scena teatrale internazionale, da Edith Craig e le suffragette inglesi, dai balletti russi e il teatro d’arte di Mosca, fino alle sperimentazioni più recenti. “Un Novecento teatrale senza donne?”, s’intitola il primo capitolo. No, assolutamente. E non soltanto un Novecento, ma una storia della ricerca, dell’avanguardia e della sperimentazione teatrale che ora ci appare incomprensibile se non considerato il contributo costante, irrequieto, irrefrenabile delle numerose personalità femminili qui illustrate. Un manuale breve, un’introduzione, un agile accompagnatore alla rivisitazione della storia della scenografia, dell’immagine teatrale, fino alla luce e ai dispositivi tecnologici, nel tempo sempre più protagonisti e fondanti nel dialogo con autorialità e regia, nella relazione con il corpo performante. Il volume alterna la narrazione tra lo svelamento delle figure che hanno accompagnato l’evoluzione della regia (per cui potremmo riutilizzare il di per sé becero motto e dire “dietro ogni grande regista c’è sempre – letteralmente – una grande scenografa”), ad esperienze d’autonomia artistica femminile nel contesto delle avanguardie, prima, e nei formati contemporanei poi, fino a esperienze dal carattere politico e femminista più rimarcato. Presto l’elemento femminile diviene sfondo, ormai secondario, a una narrazione concisa del divenire teatrale prossimo e attuale, in un susseguirsi di correnti, avanguardie, provocazioni, sperimentazioni, grandi opere, fenomeni e nomi di rilievo mondiale. La bibliografia e la sitografia conclusive, così come un corposo, seppur spesso sacrificato in interlinea, apparato di immagini, ci indirizzano agli archivi dedicati e invitano all’approfondimento di forme che si fanno pensiero materico, struttura portante, fondamenta. (Scenografe. Storia della scenografia femminile dal Novecento a oggi, di Anna Maria Monteverdi, Dino Audino, 2021)

Angela Forti
Angela Forti, di La Spezia, 1998. Nel 2021 si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza Università di Roma, con un percorso di studi incentrato sulle arti performative contemporanee. Frequenta il master in Innovation and Organization of Culture and the Arts all’università di Bologna. Nel 2019 consegue il diploma Animateria, corso di formazione per operatore esperto nelle tecniche e nei linguaggi del teatro di figura. Studia pianoforte e teoria musicale, prima al Conservatorio G. Puccini di La Spezia, poi al Santa Cecilia di Roma. Inizia a occuparsi di critica musicale per il Conservatorio Puccini, con il Maestro Giovanni Tasso; all'università inizia il percorso nella critica teatrale con i laboratori tenuti da Sergio Lo Gatto e Simone Nebbia e scrivendo, poi, per le riviste Paneacquaculture, Le Nottole di Minerva, Animatazine, La Falena. Scrive per Teatro e Critica da luglio 2019. Fa parte della compagnia Hombre Collettivo, che si occupa di teatro visuale e teatro d’oggetti/di figura (Casa Nostra 2021, Alle Armi 2023).

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