PROSPERO | Dicembre 2024
In questo numero
FOCUS - Il teatro delle donne
- La scena delle donne, di Emilia Costantini e Mario Moretti, BeaT (2022)
- Scenografe. Storia della scenografia femminile dal Novecento a oggi, di Anna Maria Monteverdi, Dino Audino (2021)
- Piccoli personaggi grandi incanti. Maria Signorelli, il teatro di figura e il suo Novecento, di Giuseppina Volpicelli, Giunti (2023)
- Marie Taglioni e Giselle in Italia. Migrazioni e traduzioni del balletto romantico nell’Ottocento, di Elena Cervellati, Ephemeria (2024)
- Sindrome Italia. Storia delle nostre badanti, di Tiziana Francesca Vaccaro e Elena Mistrello, Becco Giallo (2021)
- Dentro. Una storia vera, se volete; Mio eroe; La fabbrica dei preti, di Giuliana Musso, Scalpendi (2021)
SAGGISTICA
- Sul mio teatro: contagio e DISintegrazione. Scritti su maiali, tacchini, supereroi e altre bizzarre creature, di Rafael Spregelburd, traduzione Manuela Cherubini, Cue Press (2024)
- Scrivere con la realtà, di Lorenzo Donati, Cue Press 2023
TEATRO TRA LE RIGHE
- Figlio di cane, di Attilio Scarpellini, Mimesis (2024)
- Lettere a Bernini, di Marco Martinelli, Giulio Einaudi Editore (2024)
TEATROTECA
- Dizionario teatrale, a cura di Margherita Palli, Quodlibet NABA Insights (2023)
PAROLA ALLA DANZA
- Giulio Mancini, Del origin et nobiltà del ballo, a cura di Alessandro Pontremoli, con un saggio critico di Maria Cristina Esposito, Tab edizioni (2024)
- Danza, schermi e visori. Contaminazioni coreografiche nella scena italiana, a cura di Elena Cervellati e Silvia Garzarella, Dino Audino (2024)
- Forme (xing) e visioni (xiang): la screendance tra Europa e Cina, di Xiao Huang, Mimesis (2024)
Introduzione
Negli scorsi numeri di Prospero ci siamo avventurati in due focus dedicati prima Jon Fosse, in occasione del Premio Nobel, poi al Teatro Nucleo di Ferrara che aveva raccontato di sé con due pubblicazioni strettamente connesse. Con questa uscita natalizia, invece, inauguriamo il formato del focus tematico: una raccolta di pubblicazioni, più o meno recenti, che ci piace mettere in dialogo poiché crediamo possano accompagnare in una visione tematica d’insieme, legando fili narrativi che si rincorrono tra autori e autrici, tra case editrici e collane. Il focus con cui inauguriamo questa pratica è dedicato alle donne, a un teatro delle donne. La scelta del tema non avviene a priori, bensì deriva dall’insieme dei titoli che ci vengono proposti o di cui andiamo a caccia tra le uscite editoriali. Del resto, la contemporaneità si esprime attraverso l’arte e la ricerca portando alla nostra attenzione, talvolta in maniera ricorrente, come in questo caso, quelli che sono i nodi da analizzare e sciogliere più urgentemente. E così ci facciamo suggerire questo approfondimento dai titoli stessi, da quello che la narrazione collettiva sul mondo del teatro ritiene, di questi tempi, qualcosa di cui sia necessario scrivere. Ne è nato un focus eterogeneo che interseca diversi ambiti, diverse delle nostre rubriche, ma che ci restituisce un teatro passato, recente e futuro in cui la femminilità smette di essere una nota a margine, un’appendice, e chiede che il proprio ruolo diventi il titolo e il contenuto di una narrazione completa, paritaria. Apriamo con due titoli che ci propongono una teatrografia aggiornata, che porti rimedio alle ricorrenti rimozioni e indebite assenze, e proseguiamo nella danza e, infine, verso una voce femminile che si impossessa della drammaturgia e che sceglie il teatro come luogo dove esprimere la propria solitudine, dove rompere il silenzio. I testi che trovate qui, inoltre, sono quasi esclusivamente di autrici, studiose, ricercatrici. Anche questa non è una scelta a priori e, anzi, deve costringerci a ragionare su come, tutt’ora, la narrazione del femminile risulti molto spesso, maggioritariamente, appannaggio della femminilità stessa. Come capita spesso, ancora, purtroppo, che il ruolo femminile sia più semplice da definire in contrasto, o a partire da, le figure maschili che comunque continuano ad avere un peso specifico differente. I numeri e le presenze, non solo nel mondo del teatro, stanno cambiando, seppure questi cambiamenti richiedano un tempo e una fatica forse eccessivi. Non donne che parlano di donne, magari per le donne. Bensì autrici, artiste, studiose che con gentilezza e, insieme, una giusta dose di prepotenza, prima e ora, rivendicano il proprio ruolo in quanto tali e ben prima d’esser donne. Il proliferare di pubblicazioni su questo tema è un buon segnale e una pratica che deve essere incentivata e approfondita, e di cui siamo felici di dare un breve assaggio. La strada da fare, tuttavia, verso una narrazione che sappia realmente essere inclusiva e rappresentare il mondo per come è, è ancora tanta. Nei numeri di Prospero ci siamo sempre premurati che le pubblicazioni segnalate seguissero anche un criterio di parità tra autrici e autori così come nei contenuti. Per questo, Il teatro delle donne è ora un focus, ma non diventerà una rubrica per non diventare una cornice separata, un contenitore, una nicchia, per non anteporre, appunto, l’esser donna al contenuto e all’intenzione della scrittura, nella speranza che questi contributi d’approfondimento e dedicati al femminile sappiano diventare sempre più patrimonio di una storiografia e di una narrazione complessiva, sempre più completa dello stato delle arti e del mondo che esse rappresentano.
In questo Prospero inauguriamo anche due nuove rubriche: “Parola alla danza” che, grazie innanzitutto al contributo di Stefano Tomassini, ci accompagna nelle pubblicazioni dedicate al mondo del balletto, della danza moderna e contemporanea; e “Teatroteca“, una biblioteca essenziale di quei titoli, dai vecchi classici alle nuove uscite, che crediamo non possano mancare nei vostri scaffali. Buona lettura!