Piccoli personaggi grandi incanti, di Giuseppina Volpicelli

Chi abbia avuto l’opportunità di incontrare Giuseppina e Maria Letizia Volpicelli conosce la meraviglia degli innumerevoli aneddoti e del racconto legato alla famiglia e, ovviamente, alla madre, Maria Signorelli. Sebbene nella storiografia teatrale “ufficiale” si incontri raramente, chiunque abbia frequentato il teatro di figura conosce il ruolo fondativo che l’artista ebbe nell’ambito dell’immagine e delle figure, in avanguardia e in teatro, da scenografa, burattinaia e costumista, certo, ma anche da studiosa, ricercatrice, promotrice dell’arte dell’animazione e di una ricerca legata alle forme e ai materiali. In “Piccoli personaggi grandi incanti”, pubblicato l’anno scorso da Giunti, Giuseppina ci accompagna con estrema dolcezza in un racconto sognante di vita e mestiere che parte dai mitologici nonni, Angelo Signorelli e, soprattutto, Olga Resnevič, medici tra i più rinomati, grandi appassionati d’arte e cultura e mecenati, per poi dedicarsi al racconto della vita artistica dei Maria rivisitando diari, riviste d’epoca, epistolari; infine accompagnandoci nel racconto della propria vita di autrice e burattinaia, erede dello spirito d’innovazione della madre, in giro per il mondo. L’affresco che ne deriva, nella prosa affettuosa e incredibilmente ricca di dettagli, è quello di una Roma ormai scomparsa, di un mondo della più alta cultura, del pensiero e dell’arte che si incontra nel salotto di Olga, dove il tè delle 17 è sempre pronto, e che Maria apprende, assorbe, rielabora in una personalissima pratica artistica che dai teatrini “pieni di molti intellettuali” si apre al mondo del popolare pubblico trasteverino, della scuola, delle carceri, fino ai festival internazionali oltre oceano e alle repliche private per l’ultimo Scià di Persia. Un contributo inestimabile ereditato e coltivato dalle figlie, nell’affermazione di un “teatro dei burattini” che sa farsi ora pedagogia, ora arte per un pubblico trasversale, ma che abita gli spazi più disparati, dai teatrini alle grandi mostre internazionali e sempre sa intercettare l’attenzione, l’ammirazione e la penna di grandi critici e artisti. (Piccoli personaggi grandi incanti. Maria Signorelli, il teatro di figura e il suo Novecento, di Giuseppina Volpicelli, Giunti, 2023)

Angela Forti
Angela Forti, di La Spezia, 1998. Nel 2021 si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza Università di Roma, con un percorso di studi incentrato sulle arti performative contemporanee. Frequenta il master in Innovation and Organization of Culture and the Arts all’università di Bologna. Nel 2019 consegue il diploma Animateria, corso di formazione per operatore esperto nelle tecniche e nei linguaggi del teatro di figura. Studia pianoforte e teoria musicale, prima al Conservatorio G. Puccini di La Spezia, poi al Santa Cecilia di Roma. Inizia a occuparsi di critica musicale per il Conservatorio Puccini, con il Maestro Giovanni Tasso; all'università inizia il percorso nella critica teatrale con i laboratori tenuti da Sergio Lo Gatto e Simone Nebbia e scrivendo, poi, per le riviste Paneacquaculture, Le Nottole di Minerva, Animatazine, La Falena. Scrive per Teatro e Critica da luglio 2019. Fa parte della compagnia Hombre Collettivo, che si occupa di teatro visuale e teatro d’oggetti/di figura (Casa Nostra 2021, Alle Armi 2023).

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