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INSECTUM IN ROME di (T. Ondrová e S. Gribaudi)

Questa recensione fa parte di Cordelia di dicembre 24

Foto Margherita Masè

lnsectum in Rome, performance di Tereza Ondrovà e Silvia Gribaudi e vista a Teatri di Vetro, si fonda su un cambio di prospettiva esistenziale, da antropocentrica a entomologica. Se a livello più immediato la domanda di partenza (emersa dal progetto di ricerca della fotografa naturalistica Elisa Zavoli e dalla violinista Sara Michieletto in cui hanno creato immagini e suoni per riavvicinare le persone ai temi ambientali) chiede se “ci si sia mai sentiti un insetto”, le questioni che ne scaturiscono a partire dall’osservazione dei loro modi di comportamento, interazione e evoluzione, si costruiscono a partire da una logica più ampia di ribaltamento. L’ironia stralunata, l’interazione gentile, la frontalità delle azioni spesso agite con un intento dimostrativo e di condivisione che spesso caratterizzano le opere di Gribaudi, intessono tutta la performance fin dall’inizio, come quando le due artiste siedono tra il pubblico o ci invitano a spostare di posto, o a scambiare oggetti, spingendo a un cambiamento anche non desiderato, o quando innescano una serie di azioni fondate sulla continua ripetizione, su atti che possono diventare rituali quotidiani. Il volto dall’espressività contenuta, il corpo disarticolato, il cui movimento diviene staccato musicale che designa un ritmo sonoro, accompagnato dalle altre sonorità naturali, diventano il luogo su cui porre nuove questioni legate all’individuazione di genere, età, taglia, nel momento in cui si incontra qualcosa di sconosciuto e di cui non si sono ancora acquisiti i parametri di riconoscimento e relazione, sia questo un insetto, un’ altra persona o altri esseri viventi. Nei panni di qualcos’altro, nel confronto diretto e nella vicinanza coatta, ci si sperimenta comodità e scomodità finché non si individua una possibilità di mutamento, scontro o di convivenza. L’invito diventa procedere verso nuovi modi di adattamento, anche giocando al “come se”, provando a traslare quelle abilità riconosciute negli insetti e verificandone le possibilità di successo nel tempo e nel luogo che stiamo abitando. (Viviana Raciti)

Visto a Teatro India. Teatri di Vetro. Coreografe e performer Tereza Ondrová e Silvia Gribaudi, disegno luci Katarína Morávek Ďuricová, produzione Temporary Collective / Daniela Řeháková e Associazione Culturale ZEBRA, coproduzione Tanec Praha z.ú./ TANEC PRAHA, PONEC – dance Venue e Operaestate Festival Veneto – CSC di Bassano del Grappa

Cordelia, dicembre 2024

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Viviana Raciti
Viviana Raciti
Viviana Raciti è studiosa e critica di arti performative. Dopo la laurea magistrale in Sapienza, consegue il Ph.D presso l'Università di Roma Tor Vergata sull'archivio di Franco Scaldati, ora da lei ordinato presso la Fondazione G. Cinismo di Venezia. Fa parte del comitato scientifico nuovoteatromadeinitaly.com ed è tra i curatori del Laterale Film Festival. Ha pubblicato saggi per Alma DL, Mimesi, Solfanelli, Titivillus, è cocuratrice per Masilio assieme a V. Valentini delle opere per il teatro di Scaldati. Dal 2012 è membro della rivista Teatro e Critica, scrivendo di danza e teatro, curando inoltre laboratori di visione in collaborazione con Festival e università. Dal 2021 è docente di Discipline Audiovisive presso la scuola secondaria di II grado.

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