In anteprima uno dei quattro progetti vincitori della quinta edizione del bando Residenze Digitali: Radio Pentothal di Ruggero Franceschini. Le performance digitali sviluppate nell’ambito del bando incontreranno il pubblico durante la consueta Settimana delle Residenze Digitali, in programma dal 28 novembre al 1 dicembre 2024. Articolo in media partnership.
Nell’epoca più estrema dell’infocrazia – protagonista delle vicende politiche mondiali e allo stesso tempo della percezione che ne ha il singolo cittadino – la domanda che più ricorre nei dibattiti sul tema si sviluppa a proposito del valore che diamo alla stessa informazione, di come determinare la veridicità di quanto comunicato e rifiutare in contrario ciò che sembra minare granitiche convinzioni valoriali. Chi sa quanta verità c’è nell’informazione? Questa domanda scava un solco tra il Novecento e il nuovo millennio, ma i sintomi di tale frattura nascevano già lungo la seconda parte del secolo precedente, anche nell’Italia della controcultura – culla della controinformazione – che passava attraverso le radio libere e la diffusione di una postura critica nei confronti del magma inaccessibile della notizia. Erano gli anni Settanta e in Italia era Bologna forse il luogo dove con maggiore forza tale esemplare atteggiamento si andava manifestando, sostenuto da un movimento universitario radicale e da una magnifica vitalità artistica; in quegli stessi anni Andrea Pazienza interpretava proprio con la sua arte questa trasformazione nel tessuto sociale italiano, guardando verso l’Europa ma radicando il proprio segno estetico a una peculiare aderenza al contesto.
A lui, a Bologna, alle radio libere della controinformazione è dedicato il progetto Radio Pentothal di Ruggero Franceschini, che alla formazione prettamente teatrale e al lavoro con i grandi artisti della scena ha da anni affiancato la ricerca digitale e performativa, affrontando il tema centrale dell’utilizzo delle nuove tecnologie in processi artistici. A partire da una libreria di famiglia attiva a Bologna nel 1977, la cultura degli anni Settanta emerge all’interno del progetto per mezzo di una stazione radio interattiva che passa per il web e per le onde radio, i cui contenuti sono però generati da un’intelligenza artificiale testuale (un LLM, Large Language Model) che riferisce il proprio operato alle graphic novel di Paz o Max Capa, alle riflessioni di Bifo, ai contributi registrati di Radio Alice, fino al manuale per mettere in piedi una radio clandestina, cioè a tutto quanto rimanda agli anni d’oro della creatività indipendente nella cultura italiana contemporanea.
Radio Pentothal prende il nome dal personaggio tra i più iconici dell’arte di Andrea Pazienza, perché “i personaggi di Paz, e Pentothal per primo – afferma Franceschini – sono dei bug di sistema. Non rientrano in facili schemi di contrapposte verità (appunto), ma hackerano le nostre certezze a cui ci aggrappiamo disperatamente in ogni contesto di crisi (sociale, energetica, climatica, il cui trailer abbiamo visto nel ‘77), e lo fanno con la strategia bachtiniana per eccellenza: l’ironia carnevalesca, la stessa di Radio Alice”. Ecco dunque che emerge, nella figura del personaggio, l’elemento della maschera che ricorre nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, come già nella domanda iniziale: cosa c’è dietro e dentro le informazioni che riceviamo?
Il pubblico, che avrà acquistato un simbolico biglietto, potrà interagire a distanza con l’AI, attraverso delle istruzioni; Pentothal è un farmaco, il ‘siero della verità’, con il quale il pubblico può entrare a contatto in due modi, come ancora Franceschini spiega: «Il primo è scrivere nella chat temporanea della diretta, che monitoriamo, e dalla quale possiamo prendere o pezzi di testo, frasi, domande, magari anche da re-introdurre come input nell’AI. Il secondo è la chiamata in diretta, per fornire il proprio punto di vista su una questione trattata in un certo momento della diretta, per fare delle domande, per dimostrare il proprio dissenso o approvazione».
In un progetto dunque che cerca di mettere in discussione l’antico e rappresentativo slogan “L’immaginazione al potere”, rivelando come l’immaginazione sia bagaglio di ognuno e quindi depriverebbe lo stesso potere della propria essenza, Radio Pentothal è considerato dall’autore un modo di resistere alle costrizioni del capitalismo della sorveglianza e «un tentativo performativo di spiegare – senza spiegare – l’attuale situazione di post-verità nella quale ci troviamo, dove grazie ai dispositivi di sorveglianza e all’AI siamo ormai estremamente vulnerabili alla riprogrammazione dei nostri comportamenti da parte di multinazionali, stati, o gruppi d’interesse». E se fossimo noi, in conclusione, incaricati di comporre le informazioni per qualcun altro? Quale verità finiremmo per diffondere?
Redazione
Info e programma: https://www.residenzedigitali.it/https://www.residenzedigitali.it/
Residenze Digitali nasce da un’idea del Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora│La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche, il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine in Sardegna e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (In\Visible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia.