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OLEANDRA (di Caterina Filograno)

Questa recensione fa parte di Cordelia di novembre 24

Tom e Mildred sono una coppia, decisamente mal assortita, che vive nel Metaverso. Lei tutta broncio e noia, lui un po’ tonto e un po’ inconsapevole, ma totalmente dipendente da lei. Sempre nel Metaverso, Tom e Mildred vestono ironicamente anche i panni di Ridge e Brooke, che come marionette si muovono rigidamente seguendo delle traiettorie ignote sul palco, dei veri e propri personaggi dispersi in un’astrazione, o semplicemente una fantasia, e mossi solo da ciò che rimane del loro amore disperato (“Mi hai prosciugata” ammette lei). Qui, nel posto etereo e impalpabile dove regnano sovrani costumi elaboratissimi e di ottima fattura (curati da Margherita Platè con pezzi dello stilista Giuseppe Di Morabito) e colori zampillanti che si imprimono nella visione retinica con l’eccentrico light design di Emanuele Mestriner – che si costruisce dal verde acido al rosa chic, fino al rosso incandescente, al giallo e celeste – , nel luogo dove le possibilità sembrano offrirsi e ritirarsi con feroce fretta, Tom decide di investire acquistando una proprietà per poi poterne rivendere il terreno alla vicina Maison Margiela. Rimarrà qualcosa di quella villa in un mondo che non può per principio avere permanenza? Caterina Filograno, regista e autrice agli esordi ma che già dimostra una perspicacia di visione, risponde a questo interrogativo (sì, una pianta d’oleandro) con umorismo e un pizzico di esuberanza, creando un universo popolato da avatar, personaggi del game che sul palco riproducono fedelmente la dimensione della virtualità, nelle ottime prove anche degli attori del cast, Giulia Mazzarino, Isacco Venturini, Francesca Osso e Caterina Filograno stessa. Anche il testo sembra smaterializzarsi, in una scrittura che si fa sempre più frammentaria e vivendo di pochissima trama e tante gag: sarà anche questo sempre un effetto dell’irrompere nel mondo reale del Metaverso? (Andrea Gardenghi)

Visto al Teatro Fontana di Milano. Crediti: Drammaturgia e regia Caterina Filograno, Cast Giulia Mazzarino, Isacco Venturini, Francesca Osso e Caterina Filograno, Aiuto regia Ilaria Marchianò, Costume design Margherita Platè, Collaborazione ai costumi Giuseppe Di Morabito, Set design Maddalena Oriani, Light design Emanuele Mestriner, Sound design Gerets, Contributo alla creazione Francesco Melchiorri, Produzione esecutiva Elsinor Centro di Produzione Teatrale, con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del progetto Per Chi Crea, Progetto vincitore del bando di drammaturgia FUTURO PASSATO e del premio di produzione di FESTIL, Festival estivo del Litorale 24, con il sostegno della Fondazione Pietro Pittini

Cordelia, novembre 2024

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Andrea Gardenghi
Andrea Gardenghi
Andrea Gardenghi, nata in Veneto nel 1999, è laureata all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali. Prosegue i suoi studi a Milano specializzandosi al biennio di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali dell’Accademia di Brera. Dopo aver seguito nel 2020 il corso di giornalismo culturale tenuto dalla Giulio Perrone Editore, inizia il suo percorso nella critica teatrale. Collabora con la rivista online Teatro e Critica da gennaio 2021.

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