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KASSANDRA (di S. Blanco, regia M. V. Bellingeri)

Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 24

Foto Serena Serrani

Kassandra è rimasta incastrata nel tempo, un presente infinito in cui la sua capacità divinatoria non importa a nessuno, sottovalutata dalla Storia stessa. Eschilo, Sofocle e Euripide sono accusati di non essere stati in grado di raccontare la vera storia di questo personaggio che ora si manifesta su un palcoscenico tutto suo nelle vesti di una prostituta straniera dalla sessualità ambivalente. Chiunque di noi abbia letto Le Troiane ha immaginato una donna sottomessa e delirante, isterica, fragilmente invasa da un potere troppo grande da sostenere. Il corpo della Kassandra ideata dal drammaturgo Sergio Blanco e dall’attrice Roberta Lidia De Stefano è invece vitale, non si arrende alla narrazione mitologica. Diretta da Maria Vittoria Bellingeri la performer, poliedrica e istrionica, mescola diversi linguaggi – il canto, una danza scomposta, la musica elettronica – e riferimenti che vanno dagli Abba a Bugs Bunny. Parla in un inglese esperanto malconcio, della strada, dentale che ce la fa apparire come lo stereotipo della straniera clandestina. La scena è tutta lì: una smart nera, due barre led magnetiche che all’occorrenza le illuminanano il volto truccato, un microfono e una tastiera, la latta del tabacco Marlboro tanto grande da essere usata come sgabello. In un gioco continuo di seduzione e distacco con il pubblico, Kassandra rivive la guerra di Troia, brutale e inutile come tutte le guerre, da lei prevista molti anni prima quando, inascoltata, aveva chiesto di allontanare il fratello Paride, artefice primo della guerra. Rivive la morte del padre e del fratello per mano degli Atridi, il suo arrivo presso Micene come concubina di Agamennone e le ferite mortali inflitte dalla sua assassina Clitemnestra. E lo fa grottescamente rivendicando il proprio valore, mostrandosi, usando il suo corpo per calamitare la nostra attenzione sulla sua verità. Ridiamo, soffriamo, siamo travolti da lei che, nel salutarci, si prepara a una nuova morte prevista. La sua tragedia ha subito una rivoluzione.  (Silvia Maiuri)

Visto al Teatro Arena del Sole. Crediti: di Sergio Blanco con Roberta Lidia De Stefano regia, scene e costumi Maria Vittoria Bellingeri musiche originali Roberta Lidia De Stefano luci Andrea Sansonassistente alla regia Greta Bertani produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

Cordelia, ottobre 2024

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