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HomeCordelia - le RecensioniVictory Boogie Woogie (di Charles Pas)

Victory Boogie Woogie (di Charles Pas)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio 24

Passa una luce dorata tra le cassette di plastica grigia del consorzio agricolo che ospita la XV edizione di Terreni Creativi, il festival di Kronoteatro ad Albenga. Davanti a questo sfondo suggestivo il corpo di Charles Pas si fa abitare dal gesto. Ripete azioni didascaliche, quotidiane: percorre il palcoscenico disegnando con le gambe e le braccia le mura di un appartamento, gli scaffali di un supermercato, l’abitacolo di un’automobile. I confini del suo mondo sono gli spettatori disposti sul perimetro del palcoscenico, chiamati in causa dalla riconoscibilità delle situazioni sollecitate dal suono, il soundscape di Rint Mennes che anima con precisione millimetrica l’universo di Victory Boogie Woogie. La ricerca del danzatore e performer belga Charles Pas, classe 1998, focalizza il movimento come mezzo per rivolgersi all’intimità dello spettatore, tra «performance, teatro dell’assurdo e realismo magico». Il titolo della pièce evoca l’ultima tela incompiuta di Piet Mondrian: emigrato negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, il pittore olandese auspica e celebra la vittoria della guerra dal punto di vista americano. Ma l’evocazione di questa danza vittoriosa è qui sardonica. Chi, cosa ha vinto? Charles Pas è schiavo di se stesso, il corpo rinchiuso nella gabbia di riti vuoti e ossessivi. Il mosaico di colori esplode in un campionario di gesti, una routine vorace che macina, spersonalizza, si esprime all’imperativo: lavora. Consuma. Soffri. Ripeti. In un crescendo doloroso, l’ambiguità risiede nell’origine della forza: a muoverlo è la coercizione o la strenua resistenza ad essa? Lo studio sulla costruzione e destrutturazione del gesto quotidiano di Pas non avrebbe che pura efficacia tecnica se non fosse accompagnato dal suo sguardo docile, intenso, umano, che tende la mano allo sguardo dello spettatore, sembra chiedere aiuto e invece chiede solo di essere visto. E in lui, vediamo noi: stanchi, persi, soli. Eppure, capaci di empatia: salvarsi forse è ancora possibile. (Sabrina Fasanella)

Visto a Terreni Creativi 2024 – Albenga idea e interpretazione Charles Pas. Idea e composizione dal vivo Willem Lenaerts, Rint Mennes. Mentori Stephen Liebman, Liet Lenshoek, Suzy Blok. Drammaturgia Wessel Padberg. Costumi Bonne Suits. Produzione Likeminds in collaborazione con A Fully Coherent Plan, ICK Artist Space.

Cordelia, luglio 2024

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