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LE NOZZE DI ANTIGONE (Ascanio Celestini)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio 24

La vocazione di Cilentart Fest è, fin dalla prima edizione ormai tre anni fa, insieme alla promozione di talenti meno noti del panorama nazionale, quella di fare repertorio, ossia portare spettacoli di artisti già affermati in un contesto e di fronte a un pubblico che difficilmente avrebbero incontrato. E forse quest’anno tale processo arriva a un punto ancora più elevato, ospitando Ascanio Celestini nel paese cilentano di Moio della Civitella non con uno degli spettacoli che lo hanno reso noto a un pubblico trasversale, grazie anche talvolta alla presenza televisiva, ma con un testo scritto ormai 25 anni fa perché lo recitasse Veronica Cruciani, Le nozze di Antigone che torna tra le sue mani e nelle corde della sua voce, in forma di reading e con la fisarmonica di Gianluca Casadei. All’inizio è stato quasi un gioco, racconta Celestini, tornare dentro una storia vecchia pensata per altri, ma poi – ci si accorge anche all’ascolto – certi temi, certe parole, sembrano più attuali di allora. O forse il tempo non cambia mai davvero. O non così rapidamente. Antigone, presa in prestito dalla tragedia sofoclea e simbolo ormai condiviso di coraggio e di lotta al potere, è una giovane popolana dell’epoca fascista che si rivolge al padre Edipo, ormai infermo, malato di guerra, cioè di quella malattia che sembra ricorrere in questi ultimi anni con sintomi nuovi e conseguenze invece eterne, immutabili. Edipo gran camminatore, pieno di scarpe vecchie ma spaiate, tanto a che servono ormai, stancamente vive solo nella relazione che Antigone cerca, ancora, per capire la guerra, la Resistenza, i motivi della lotta. Il mito classico si intreccia dunque a un racconto popolare, rievocando certe atmosfere dei primi testi celestiniani legati più al mondo rurale, alla civiltà contadina, con cui l’archetipo sembra legarsi in maniera indissolubile, come se il racconto fosse un filo teso attraverso il tempo su cui cammina, oscillando, l’equilibrista delle parole. (Simone Nebbia)

Visto a Cilentart Fest 2024. Crediti: di e con Ascanio Celestini; musica dal vivo Gianluca Casadei, fisarmonica

Cordelia, luglio 2024

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Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

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