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DIVINE (di D. Manfredini)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio 24

Radunarsi attorno ad una storia: questo lo spirito tra le panche di legno di Terreni Creativi, dove da quindici anni si raccoglie una comunità variegata e numerosa di spettatori locali e pochi addetti ai lavori. Radunarsi in ascolto di una voce la cui fonte è schiva, come rannicchiata in un angolo, spettatrice anch’essa di immagini che, nel tratto fugace del carboncino e dell’acquerello, favoriscono visioni. Divine, nato da un adattamento di Danio Manfredini del romanzo Nostra Signora dei Fiori di Jean Genet, avrebbe voluto approdare al cinema ed è oggi invece un rito di affabulazione tutto teatrale. Eppure la scena è vuota, piena solo del destino disperato e poetico di Louis Culafroy – Divine e di Manfredini, solo voce e tratto pittorico proiettato sul fondale, un vero e proprio storyboard. Scritto in carcere, praticamente autobiografico, il romanzo aprì uno squarcio su un mondo sommerso, dove fede, vizio, violenza si compenetrano, la bellezza è desolazione, o viceversa. La voce di Manfredini è orchestra polifonica, percorre i vicoli bui di quella Parigi di miseria, erotismo e solitudine e lo fa con grazia priva di sforzo, o meglio con la grazia di chi lo sforzo sa nasconderlo per lasciare più spazio possibile all’evocazione. Perfettamente eterea e irrimediabilmente corrotta, ora docile ora graffiata, la voce-corpo di Manfredini ci immette in un immaginario popolato di figure che pur risuonando con l’oggi non trovano la forza di infrangersi sul presente per farlo vibrare di nuova verità, per illuminarlo da una prospettiva feconda. Tanto vibrante è l’esperienza dell’arte attoriale al suo livello più alto e compiuto, quanto il racconto resta sospeso, distante, non riuscendo a superare la dimensione museale, archeologica di un viaggio nel tempo, non agevolato dalle scelte musicali che accompagnano la visione insistendo sul contrasto, da Bob Dylan a Eminem fino ai Pink Floyd, suoni che strappano via lo spettatore dal finale. (Sabrina Fasanella)

Visto a Terreni Creativi 2024 – Albenga Di e con Danio Manfredini. Liberamente ispirato al romanzo Nostra Signora dei Fiori di Jean Genet.

Cordelia, luglio 2024

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