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VEDUTA > ROMA (Mk)

Questa recensione fa parte di Cordelia di giugno 24

Foto Giuseppe Follacchio

All’ultimo piano di un palazzo ottocentesco di fronte al Circo Massimo, nell’ex pastificio Pantanella, c’è un grande open space, un salone nel quale vengono create le scenografie del Teatro dell’Opera di Roma. Siamo allo storico Laboratorio dei cerchi, sede scelta quest’anno dal Festival Fuori Programma diretto da Valentina Marini per una nuova versione di Veduta>Roma. Il format di Michele Di Stefano e Lorenzo Bianchi Hoesch lo scorso anno era andato in scena a Castel Sant’Angelo. Ogni volta l’opera di Mk si arricchisce dei suoni registrati sul posto, qui quelli catturati durante alcune giornate di lavoro nel laboratorio hanno incontrato quelli cittadini e di viaggi lontani. Li ascoltiamo nelle cuffie che ci vengono consegnate mentre in un suggestivo controluce Biagio Caravano avanza danzando di fronte alle enormi vetrate. Ma in questa opera che mescola danza e narrazione in un luogo storico con coerenza e capacità di fascinazione rare è lo stesso spazio dilatato a scandire la drammaturgia: la voce in cuffia comincia a raccontare di una fuga che si trasforma in viaggio, il performer rompe i confini attraversando la grande scenografia in lavorazione che occupa parte del salone. Lo seguiamo, usciamo sulla terrazza che dà sull’anfiteatro romano. Qui comincerà un altro un altro spettacolo: un lavoro bellissimo composto sulle distanze, una danzatrice cerca di farsi spazio tra la tortuosa fila di persone in coda per il Vinòforum, un altro con gesti amplissimi danzerà nel mezzo del Circo Massimo (Laura Scarpini e Sebastiano Geronimo). È uno sguardo cinematografico quello di Di Stefano, che intreccia piani lunghissimi in un montaggio narrativo nel quale ascoltiamo un avvincente viaggio che va oltre i limiti spaziali e fisici approdando a Marrakech. La nostra guida audio ci suggerisce di voltarci, dietro di noi un’altra interprete, Roberta Mosca, la sua danza ora aumenta di intensità con la musica: siamo catturati dalla forza del suo sguardo, lavora soprattutto con gli arti superiori, in un’eleganza quasi animalesca. Il ritorno alla realtà è segnato dall’odore intenso della falegnameria del piano terra in cui usciamo dopo 15 minuti densissimi di un vero e proprio divertimento estetico.(Andrea Pocosgnich)

Visto al Laboratorio dei Cerchi, Fuori Programma Festival. Di Michele Di Stefano e Lorenzo Bianchi Hoesch Con: Biagio Caravano, Roberta Mosca, Laura Scarpini, Sebastiano Geronimo Musica: Lorenzo Bianchi Hoesch Coreografia: Michele Di Stefano Management: Carlotta Garlanda con Silvia Parlani Distribuzione: Jean-François Mathieu Sistema audio: LEM International – Silentsystem Produzione: mk 2023 con il sostegno MIC

Cordelia, giugno 2024

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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