HomeCordelia - le RecensioniTRITTICO ANTICORPI (Michele Scappa, Martina Gambardella, Pierandrea Rosato)

TRITTICO ANTICORPI (Michele Scappa, Martina Gambardella, Pierandrea Rosato)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio 24

Foto Stefano Tomassini

Serata Anticorpi a Bassano per Operaestate, con un trittico di nuove forze, in futuro tutte da monitorare: Michele Scappa, Martina Gambardella e Pierandrea Rosato. Tre assoli tutti danzati, tre diversi concept e tre diversi corpi in altrettanti differenti spazî. È la meraviglia dei festival estivi questa delocazione della performance, quasi sempre generativa di nuove impressioni. Scappa compone per Emanuel Santos un pezzo coreografico quasi tutto circolare, ispirato alle fotografie di viaggio di Ettore Sottsass, There is a planet, sul prato del chiostro del Museo Civico, con il pubblico seduto su tre lati (e non senza qualche volto alieno, che improvviso compare curioso, dietro una finestra). Santos è bravissimo nel catalizzare gli sguardi, nel costruire sotto i nostri occhi lo spazio, in un movimento anche vocale che evoca distanze sùbito presenti. Colpisce la mitezza con la quale indaga ed esplora, senza sottomissione. La location di Gambardella non poteva essere più intelligente e opportuna: ai piedi della tela di Leandro Bassano, Rinvenimento del corpo di San Giovanni Damasceno, in una sala del Museo. Qui Mute (che è un acuto studio sull’attesa del gesto ante il suo compimento) diventa un impressionante corpo a corpo con le figure composte della pittura circostante. Anche il cadavere del santo sembra cadere dalla tela per ritrovare in lei nuova voce. Una muta eloquenza che nel movimento straordinario e pieno di talento di Gambardella si traduce in una fitta dinamica di piani e volumi, che dànno forma più intima alle connessioni tattili del desiderio. Quella di Rosato è invece una sapiente scrittura scenica dello spazio, per il suo Infieri rilocato nella chiesa di San Bonaventura. La rinuncia a una immediata frontalità, dà corpo a entrate e uscite di ombre, in un sapiente gioco di sparizione e di luci, lungo l’articolazione dello spazio: ombre in cerca di nuova presenza. La mirabile qualità di movimento di Rosato completa una situazione cinetica che apre e chiude densità del vuoto, in una coreografia affermativa in termini espressivi, prima di scivolare via, senza voltarsi. (Stefano Tomassini)

Centro storico Bassano, Operaestate Festival. There is a Planet Idea Michele Scappa Performer Emanuel Santos Musica originale Francesco Giubasso Produzione Company Blu. Mute Coreografia e danza Martina Gambardella Musiche originali e sassofoni Giuseppe Giroffi Oggetti e batteria Stefano Costanzo Produzione Coded UomoSostenuto tramite residenza creativa da Associazione Sosta Palmizi. Infieri Di e con Pierandrea Rosato Luci Pierandrea Rosato Costumi Pierandrea Rosato Musica Nina Simone Produzione Sosta Palmizi Creazione per la serata Junge choreogrph*innen, Folkwang Universität der Künstestival. There is a Planet Idea Michele Scappa Performer Emanuel Santos Musica originale Francesco Giubasso Produzione Company Blu. Mute Coreografia e danza Martina Gambardella Musiche originali e sassofoni Giuseppe Giroffi Oggetti e batteria Stefano Costanzo Produzione Coded UomoSostenuto tramite residenza creativa da Associazione Sosta Palmizi. Infieri Di e con Pierandrea Rosato Luci Pierandrea Rosato Costumi Pierandrea Rosato Musica Nina Simone Produzione Sosta Palmizi Creazione per la serata Junge choreogrph*innen, Folkwang Universität der Künste

Cordelia, luglio 2024

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Stefano Tomassini
Stefano Tomassini
Insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi.

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