Questa recensione fa parte di Cordelia di giugno 24
È un silenzio che inonda le orecchie e la mente, quello in avvio di Monumentum DA, di e con Cristina Kristal Rizzo e Diana Anselmo, visto al festival Inequilibrio di Castiglioncello. Una figura di spalle con una improbabile parrucca attraversa lo spazio, ha un braccio steso in avanti: impugna un pomo di legno. Poi un cambio e posa al centro, la sfera di legno ora è accanto al corpo di Anselmo, ma per la pendenza del palco rotola a proscenio: ogni centro infatti si dissolve, ogni possibilità di controllo del rapporto tra contenuto e forma, tra parola e suono ruzzola via. Il progetto Monumentum di Rizzo, dopo le forme dell’assolo e del quartetto, si declina qui in un mirabile duo tutto però a favore di Diana Anselmo, della sua «singolarità», e della LIS come «lingua viva, corporea, umana, che non parla di margini ma di nuove forme». Quello che qui si prova a far saltare è la logica della sintassi fonocentrica (il monumento al predominio dell’ascolto) attraverso nuove politiche della comprensione, per una performance «accessibile a tutti»: udenti e sordi. Come? Ad esempio nella visualizzazione dei suoni, nella verbalizzazione dei gesti, nella citazione in comparazione dell’abuso ‘creativo’ della lingua dei segni in Nelken di Pina Bausch, o nella citazione muta da Drumming di Anne Teresa De Keersmaeker. Una striscia luminosa di sovratitoli intanto riflette sulla strategia della distrazione nella quale siamo tutt* catturat*: tra la lettura del testo che scorre in alto, e la muta eloquenza visivo-gestuale performata sul palco. La manualità di Anselmo è espansiva e orientata in termini espressivi. Il duo prende poi forma, anche in gentili asincrono, alla ricerca di una possibile concordanza nei corpi, sotto una sequela di «NO» sovrascritti, rivolti soprattutto a ogni tipo di manipolazione degli affetti. Poi DA si mette due auricolari acustici e non si ferma più, tra ricordi e nuove tracce, fino a dialogare seduta con Rizzo, e in presenza di una terza figura, interprete LIS: tutto affinché il silenzio diventi luogo di parola. (Stefano Tomassini)
Visto al Castello Pasquini, Inequilibrio Festival 2024. Di Cristina Kristal Rizzo e Diana Anselmo coreografia Cristina Kristal Rizzo performance Diana Anselmo e Cristina Kristal Rizzo testo a cura di Cristina Kristal Rizzo, Diana Anselmo e Laura Pante su scritture di Yvonne Rainer, John Cage, Simone Weil, Ilya Kaminsky e CKR accompagnamento teorico Laura Pante, Sergio Lo Gatto produzione Fuorimargine Centro di Produzione di danza e Arti Performative della Sardegna e TIR Danza con il sostegno di MilanOltre Festival e Oriente Occidente residenze artistiche PARC – Performing Arts Research Centre, Kilowatt, Armunia.