HomeCordelia - le RecensioniLE BAL DE PARIS (di Blanca Li)

LE BAL DE PARIS (di Blanca Li)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio 24

Anche nell’edizione 2024 la programmazione di VIDEOCITTÀ ha concesso l’imbarazzo della scelta ad un pubblico sempre più numeroso ed entusiasta, attirato tanto dalla presenza di protagonist* delle sperimentazioni più audaci nel campo audiovisivo e delle new media arts, che da un sapiente programma di talk affidate a youtuber e podcaster di successo, o infine dalla trendissima line up dell’arena concertistica. Nessun altro festival della Capitale ha saputo infiltrarsi e risignificare il proprio luogo come VIDEOCITTÀ con l’area del Gazometro. Prova ne sia la costante adunata di passanti che, durante tutta la tre giorni, ne ha ammirato suoni e bagliori traguardando l’ex aria industriale dal Ponte della Scienza – soffermandosi come da anni ad ammirare il rituale sabba illuminotecnico che transustanzia la mole di vuoto e geometria del gasometro. Nel pantagruelico programma, ci siamo soffermati su Le Bal de Paris, di Blanca Li. Grazie a un supporto hardware ben più ricco della media delle VR experience (con un sistema di motion tracking sul corpo di ciascun* partecipante, utile a tracciarne i movimenti e a proiettarli nell’ambiente virtuale), 10 spettatori vengono catapultati in uno opulento mondo virtuale. Gli avatar attraversano un primo scenario in cui scegliere quale abito indossare tra una selezione haute couture della maison Chanel, partner dell’esperienza. Segue ingresso trionfale in una maestosa sala da ballo parigina, dove il banchiere Richard de la Rivière ha imbastito una festa in onore della figlia Adèle, appena tornata in città. Qui Adèle incontrerà Pierre, sua vecchia fiamma, e l’intreccio di coreografie e ricordi dei due avatar (impersonat* da due performer compresenti in sala) costituirà l’ossatura drammaturgica e la traccia che il pubblico seguirà attivamente, muovendosi tra scenari virtuali a perdita d’occhio inscritti in poco più di 100 mq di spazio fisico. Cosa resta del viaggio nell’immaginario patinato di una Parigi un po’ belle epoque, un po’ distopia post-umana del lusso? A parte un cerchio alla testa per l’eccessiva pesantezza dell’apparecchiatura, poco idonea a 40’ in movimento, a chi scrive restano l’ammirazione per l’alta manifattura softwaristica del lavoro, insieme al dubbio che il gesto virtualmente potente di scegliere l’habitus del proprio avatar non venga rinnegato dalla necessità di circoscrivere i corpi in una gloriosissima pantomima modaiola. Una fuga ad anello che non ci porta tanto lontani da dove siamo. (Andrea Zangari)

Visto a VIDEOCITTÀ Regia e sceneggiatura Blanca Li, produzine Film Addict (Etienne Li), Backlight, Fabrique d’Images, Actrio Studio, costumi Chanel, musica Tao Gutierrez, VFX Motion capture MocapLab-Paris, Elamedia studios-Madrid, VR supervisor Aymeric Favre, 3d supervisor Florian Lebordais, animation supervisor Sebastien Parent

Cordelia, luglio 2024

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Andrea Zangari
Andrea Zangari
Architetto, laureato presso lo IUAV di Venezia, specializzato in restauro. Ha scritto su riviste di settore approfondendo il tema degli spazi della memoria, e della riconversione di edifici religiosi dismessi in Europa. Si avvicina al teatro attraverso laboratori di recitazione, muovendosi poi verso la scrittura critica con la frequentazione dei laboratori condotti da Andrea Pocosgnich e Francesca Pierri presso il festival Castellinaria prima e Short Theatre poi, nel 2018. Ha collaborato con Scene Contemporanee, ed attualmente scrive anche su Paneacquaculture. Inizia la sua collaborazione con Teatro e Critica a fine 2019, osservando la realtà teatrale fra Emilia e Romagna.

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