Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio 24
Oriente. Tra i cardinali è il punto dell’equilibrio, la direzione da osservare per comprendere l’origine e il futuro. Provenire da e andare verso. E dunque camminare non può non essere una continua ricerca dell’oriente, sia come appunto direzione sia come raccolta del pensiero che nasce attraverso il movimento. Just walking, creazione di Michele Losi di Campsirago Residenza, che percorre le strade e i giardini nel centro di Sansepolcro (con Sebastiano Sicurezza e Marialice Tagliavini), è una performance urbana itinerante, ma si potrebbe precisare: è un cammino ma non un tracciato, perché l’intenzione proposta dall’ideazione, una possibile mappa, non sarà mai il tratto che ognuno sceglie di occupare con il proprio corpo nello spazio. Ogni tracciato è, dunque, un atto politico preciso, la scelta di esserci, di abitare con il proprio passaggio un certo luogo, ma soprattutto così riconoscere e accettare lo spazio, la scelta, dell’altro. Cosa c’è di più politico che essere insieme formulando le regole, le misure, della coabitazione? Ognuno indossa una cuffia auricolare, ognuno dunque è con sé stesso e in mezzo agli altri, vive nel silenzio il suono d’intorno, incontra lo sguardo di passanti ignari dei racconti, delle parole, del respiro che attraversa i pensieri che tracciano prati, strade e tratti di ferrovia. Ma è soprattutto la percezione di tempo e spazio che cambia del tutto tra il dentro e il fuori: le geometrie del sole e dell’ombra sembrano giocare con i passi dei camminatori, di chi espone il proprio ritmo condiviso allo sguardo e al paesaggio, si tiene per le braccia e marcia in mezzo ai tavoli dei bar, gira in cerchio sventolando volti di grandi pensatori del cammino, urla in silenzio i nomi dei desaparecidos argentini, si china dentro un giardino come fa una ragazza poco lontano, coglie un fiore di lavanda, lo porta alle narici e ne raccoglie il profumo. Ecco, se camminare, come scrive Losi, è una pratica di comunità, chi scrive qui è convinto di aver sentito quel profumo in punta al proprio naso. (Simone Nebbia)
Visto a Kilowatt Festival 2024. Crediti: drammaturgia, regia, interpretazione Michele Losi; e con Sebastiano Sicurezza e Marialice Tagliavini; elementi di scena e costumi Stefania Coretti; musiche Luca Maria Baldini e Nori Tanaka