Il bando New Breath 2024 del progetto Dominio Pubblico, l’esperienza decennale di direzione artistica partecipata under 25, ha selezionato per lo Young Fest di quest’anno tre progetti nascenti presentati durante la giornata conclusiva della rassegna lo scorso 30 giugno. “Rivelazioni” è il titolo dell’appuntamento che raccontiamo, attraversando le creazioni e le identità artistiche de La Terna Sinistrorsa, Giulia Ruggiero e Federica Perelli.
Una generazione nata con la promessa e insieme la condanna al cambiamento, alla continua evoluzione, ridefinizione costante dei confini e delle etichette. Un diktat per stare al mondo che include la responsabilità di tenerlo in piedi, riscrivendo le regole, rompendo consuetudini consolidate. È la Generazione Z, la stessa che immagina e anima l’undicesima edizione di Dominio Pubblico – Youth Fest, appuntamento tra i più longevi della capitale a direzione artistica partecipata che ha abitato gli spazi del Teatro India alla fine di giugno. Metamorfo è il claim che ha accompagnato un’edizione particolarmente ibrida, multidisciplinare per vocazione, espressione di necessità artistiche emergenti: danza, arti visive e digitali, circo, performance e il teatro, parola che qui assume connotazioni sempre più ampie. Uno degli appuntamenti più significativi in questo senso è stata la rassegna Rivelazioni, uno spazio dedicato a progetti nascenti presentati in forma di corti e selezionati in quanto rappresentativi delle tematiche più care alla Gen Z: il corpo, l’identità, la politica. I tre lavori molto eterogenei sono stati accompagnati in un percorso in tre tappe (prima, durante e dopo la messa in scena nell’ambito di Dominio Pubblico) dall’altrettanto giovane progetto Spremuta – Officina di Analisi Artistica, che si propone di divulgare la figura del dramaturg e affiancare la creazione emergente con consulenze specifiche per la messa a fuoco e lo sviluppo di forme, tematiche e linguaggi. Sebbene siano stati presentati come studi, i tre lavori – Capitalisti Forever del collettivo studentesco La Terna Sistrorsa, Zazà! di Giulia Ruggiero e I’m Fighting di Federica Perelli – si presentano solidi nella struttura e negli intenti, disegnando un orizzonte variegato di vocazioni e possibilità espressive antiche e future, in transito. Comune è l’istinto ad appropriarsi dei codici della scena per farne casa, luogo eletto per l’indagine artistica del presente, assumendo convenzioni per ribaltarle, smentirle, ricodificarle perché parlino oggi dell’oggi.
Capitalisti Forever non è uno spettacolo, ma un’assemblea. Così come la Terna Sinistrorsa non è (propriamente) una compagnia teatrale, ma un’organizzazione studentesca del Politecnico di Milano. «Non ci interessa fare teatro contemporaneo. Vogliamo agire nel contemporaneo tramite il teatro», dice Johnny Shock, regista e interprete. Il palcoscenico è il luogo in cui incontrarsi, dibattere, senza il filtro della rappresentazione: come in piazza. A maggio del 2023 la rappresentanza studentesca la Terna Sinistrorsa promuove un’azione di protesta contro la crisi abitativa milanese e il caro affitti. La mobilitazione delle Tende in Piazza ha rapidamente avuto molti epigoni in tutta la penisola e attirato l’attenzione dei media nazionali. Ma la fine dell’esposizione mediatica non coincide mai con la soluzione del problema: bisogna continuare a parlarne, comunicare la protesta, con un linguaggio comprensibile per ogni generazione. Così si monta una tenda sul palco e si inizia a raccontare cos’è Milano per un fuorisede, come il sistema attribuisce valore agli immobili e non al contesto sociale che quel valore contribuisce a generarlo, ma anche cosa significa sperimentare l’azione collettiva, lo studio al servizio della lotta condivisa. Il discorso informale si alterna a monologhi più strutturati e performativi: Johnny Shock e Martina Ibi Bernocchi si avvicendano, chiedono la parola per intervenire, per aggiungere o precisare. Il teatro civile della Gen Z non si limita alla testimonianza, ma insiste sulla partecipazione: al pubblico si chiede di partecipare non alla protesta, ma alla soluzione. Immaginare un’alternativa il più possibile concreta e giusta. Il titolo stesso racconta che se non si può cambiare il sistema economico che ha reso anche i diritti più basilari dei lussi, almeno si deve tentare di contrastarlo dall’interno, condividendo uno spazio di pensiero.
Raccontare il meridione dal punto di vista di chi vuole emanciparsene. Con questo proposito Giulia Ruggiero, ventiquattro anni, presenta il suo alter ego Scaramucce. La sua ricerca artistica, muovendosi nei territori d’intersezione tra la commedia dell’arte, il teatro di figura e le maschere della tradizione partenopea, è intrinsecamente una piccola baruffa amichevole, una scaramuccia linguistica con le proprie radici. Ruggiero è cilentana, è nata nella periferia di una regione il cui patrimonio culturale è stato monopolizzato da quello napoletano, Scaramouche è stato scalzato da Pulcinella, uno scheletro attaccato a dei fili che Ruggiero fa danzare. Saltimbanco, giullare, moderno femminiello, Scaramucce entra in scena con la sua valigia, in ritardo e senza «genio», apre il suo baule che diventa un teatrino di marionette, cerca la complicità di una spalla che non arriverà. Zazà! è un viaggio di scoperta identitaria che affonda nell’autobiografia e approda nell’amata e odiata Napoli. Le asperità di una lingua meticcia e musicale accompagnano la fisicità plastica di Ruggiero e il racconto del mito fondativo della città di Napoli, la storia tragica ed epica della sirena Partenope diventa metafora di chi non riesce a farsi ascoltare, a farsi vedere, o non si riconosce nel corpo che ha avuto alla nascita. La voce non basta, bisogna farsi città, immergersi nella sua violenza, nelle acque dei suoi pregiudizi, nelle contraddizioni che mescolano sacro e profano, santi e dei. Bisogna farsi femmina, che solo le femmine piangono sangue, «e se non tengo ‘a fessa, na cicatrice la tengo mmiezzo ‘o core». La scrittura di Ruggiero, i segni che utilizza, i gesti che anima e la sua vocalità agile riescono a condensare elementi molto distanti, farli collidere per aprire orizzonti nuovi su strade antiche.
Federica Perelli si presenta rannicchiata in un angolo, le mani fasciate, il corpo ripiegato su se stesso come un pugile alla fine dell’incontro. O come un feto in attesa di venire al mondo, in stasi protesa, energia compressa. I’m fighting di Perelli e Zona Incerta, giovane collettivo di ricerca multidisciplinare, è un percorso performativo sul corpo femminile, in cui luce, suono e gesto disegnano una traiettoria tra stasi e movimento, tra potenza ed essenza. La drammaturgia fisica tratteggia le tappe di un percorso che parte dalla scoperta, dall’ascolto dell’immobilità di un corpo femminile che in prima istanza è solamente un corpo, involucro che agisce. Esplora la lentezza, la misura dello spazio, la distribuzione dell’energia. Sperimenta il vuoto, la silhouette ritagliata in controluce. Ma si ritrova presto sotto l’occhio impietoso del mondo, un cerchio di luce che mette dei confini e schiaccia la figura sul fondo del palcoscenico. La lotta ha inizio, un esercizio di ribellione al canone imposto, la ricerca di un’alternativa, di una via d’uscita da quella che sembra un’inquadratura televisiva. Nato da un percorso di ricerca sulle Baccanti di Euripide, I’m fighting si propone di mettere in scena la pervasività degli schemi che regolano l’agire e l’essere stesso del corpo femminile. La partitura fisica prende avvio da una serie di interviste a donne di età diversa cui Perelli ha posto la stessa domanda: ti sei mai sentita a disagio con un movimento che per te era naturale? Diversi gradi di consapevolezze scolpiscono un campionario di posture, istinti repressi, gestualità inibite, consuetudini assorbite fin dall’infanzia: «è la testa che comanda il corpo», ascoltiamo dalla voce di una bambina. Le testimonianze sonore raccolte irrompono alla fine della performance, come a riempirla a ritroso di senso, dialogando con l’espressività notevole di Federica Perelli, con il suo sguardo serio e il suo gesto deciso, radicato, consapevole.
Sabrina Fasanella
Rivelazioni | Rassegna di corti teatrali nell’ambito di Dominio Pubblico Youth Fest (Teatro India, 25-30 giugno 2024)
CAPITALISTI FOREVER
Uno spettacolo di D.I.D. – Dipartimento di Ingegneria Drammaturgica, Martina Ibi Bernocchi e Diego Bindoni;
Con Martina Ibi Bernocchi, Johnny Shock;
Regia Johnny Shock;
Produzione La Terna Sinistrorsa;
Organizzazione/Tour management Lorenzo Lollo Barbagallo, Alberto Albi Nuzzo;
Progettazione grafica Luna Totaro Fila Ravera
ZAZA!
Di Giulia Ruggiero,
Regia Giulia Ruggiero, in scena Scaramucce
I’M FIGHTING
Di Federica Perelli – Zona Incerta,
Curatrice Federica Delair – Zona Incerta