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TOTALE (di Pier Lorenzo Pisano)

Questa recensione fa parte di Cordelia di giugno 24

Tutto si trasforma, dicono. Tranne una storia d’amore. Quando finisce una relazione si presenta il conto di quello dato e perso e più che rinnovare il sentimento in una spinta rigeneratrice vorremmo stiparlo in un archivio, con scontrino annesso. Ma, contro la nostra volontà, di archiviato c’è ben poco. Nel divertissement drammaturgico firmato da Pier Lorenzo Pisano, Gioia Salvatori e Andrea Cosentino sono Mauro e Chiara, sono una “proto coppia” che si costruisce da sé: nel buio del palcoscenico si spogliano dagli involucri scuri e scoprono i loro abiti bianchi con linee nere, a ricordare proprio i cartamodelli che si applicano a delle figurine, diventando degli enti a limite tra il fumetto e cartoon. I due pianificano il loro incontro, la loro prima notte insieme a casa di lei e nel mentre anche la scenografia si svela sotto i tendaggi neri, bianca e componibile sul momento, che al debutto crea un po’ di difficoltà di gestione e lede l’organicità dei movimenti scenici. Sappiamo già come va a finire la storia, quindi ci godiamo la comicità adamantina di Salvatori – che per il suo personaggio potrebbe sperimentare un tono più compìto e meno svagato, specie all’inizio – e quella straniata di Cosentino, qui con un’inedita aura romantico adolescenziale. Anche se il loro affiatamento è da rodare, l’attrice e l’attore sembrano studiarsi vicendevolmente determinando un’interpretazione consapevole di questo gioco che non necessita dei passaggi meta teatrali, in quanto la scrittura scenica è già improntata al “facciamo che”. Il momento del totale arriva alla fine, a riavvolgere tutta la storia in un interminabile rotolo di carta termica su cui sono segnati i costi relazionali: è un momento cinico per Chiara, tesa con la schiena dritta e le parole nette, struggente per Mauro, ricurvo con gli occhi bassi, la voce sommessa. L’ultimo invito di lui e il rifiuto di lei è un’immagine di profonda e dolorosa dolcezza, il totale è tutto lì e non c’è conto che tenga. (Lucia Medri)

Visto in prima assoluta a Primavera dei Teatri, Teatro Vittoria: drammaturgia e regia Pier Lorenzo Pisano con Gioia Salvatori, Andrea Cosentino, Luci Raffaella Vitiello, scene Rosita Vallefuoco, musiche originali Francesco Leineri, costumi Raffaella Toni, aiuto regia Valeria Patota, produzione Cranpi, con il contributo di MiC – Ministero della Cultura. Foto di Angelo Maggio

Cordelia, giugno 2024

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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