Questa recensione fa parte di Cordelia di giugno 24
Un canto liturgico rap ad una poesia defunta, o forse più un eloquio musicale ad una bellezza che non trova più alba. RAP – Requiem Al Poeta non è altro che la celebrazione degli strascichi fallimentari del 21 secolo, nelle voci di chi questo secolo se lo ritrova costantemente come uno scomodo zainetto in spalla, in cui ansie e responsabilità ne aumentano il peso specifico, minando costantemente l’equilibrio del giovane costretto a indossarlo. Ecco che sul palchetto del Ghe Pensi Mi, sono proprio due ragazzi, vestiti con tuta e calzetti bianchi al ginocchio – Pouria Jashn Tirgan e Emanuele Fantini – a celebrare questo inno alla stanchezza: stufi di non sentirsi abbastanza per raccogliere le fila di un presente di scarti, eppure pronti, colmi di ideali e passioni da condividere per ricominciare a vedere luce anche nel buio pesto. Ma se “è possibile che noi siamo lo sbaglio in un tempo sbagliato” allora è anche possibile che “siamo le persone giuste in un tempo giusto”? Partendo da questi interrogativi e assumendone le diverse prospettive di sguardo, la coppia scivola nella storia recente e negli scontri generazionali con battute e colpi di risposte a ritmo rap, in cui le note elettroniche di Tirgan incalzano il fraseggio vorticoso di Fantini, che si fa sempre più arguto nelle rime, negli accostamenti sintattici e nell’ironia dei suoi esiti, rievocando nel pubblico madri, nonne, bisnonne, radici di una generazione che dalle sue battaglie ora ci chiede conto e riscontro. Chissà se c’è una risposta a quella domanda, eppure Pouria Jashn Tirgan e Emanuele Fantini, “come i becchini dell’Amleto”, continuano a scavare, a scavare e a scavare, con freschezza e spigliatezza, con ironia ma non senza una punta di severità, “per dare – finalmente – degna sepoltura ai morti” (Andrea Gardenghi).
Visto all’interno del palinsesto del FringeMI, Milano. Crediti: con Pouria Jashn Tirgan e Emanuele Fantini, drammaturgia e regia Pouria Jashn Tirgan, musiche originali Emanuele Fantini, co-produzione Teatro del Lemming, Vincitore Bando Cura 2022, Finalista premio Alberto Dubito 2023