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Festival delle Colline Geotermiche 2024. Energie in circolo

Dal 25 giugno al 14 agosto 2024 l’edizione XIII del Festival delle Colline Geotermiche, nell’area tra Pisa e Grosseto, porterà teatro, circo, danza, incontri e molti laboratori nei comuni di Pomarance, Castelnuovo V. C., Monteverdi M.mo, Monterotondo M.mo. Articolo in media partnership.

Taca Tè – Sanpapiè

C’è un prato, d’erba verde e fiori colorati, nella parte in basso dell’immagine, dall’angolo dove si muovono due scarpe in cammino; via via il passo di un essere umano sembra colorare il paesaggio che di fronte è invece in ombra, nonostante un sole alto lasci pensare che la luce ci sia, che ci potrebbe essere, almeno; l’essere umano, in abiti comuni, ha qualcosa però di strano: al posto del volto, della testa, ha un innaffiatore presumibilmente per i campi, perché l’erba cresca, i fiori sboccino, i semi, lasciati lì da una mano sapiente, possano crescere e maturare. È questa l’immagine con cui si presenta l’edizione XIII del Festival delle Colline Geotermiche, rassegna di teatro, musica, danza, circo e incontri che si svolgerà in Toscana – precisamente nell’area geotermica tra Pisa e Grosseto, nei comuni di Pomarance, Castelnuovo V.C., Monteverdi M.mo, Monterotondo M.mo – dal 25 giugno al 14 agosto 2024.

Circo Kafka – Ph Lucia Baldini

A curare la direzione è, anche quest’anno, Marco Pasquinucci per Officina Papage (con Annastella Giannelli alla direzione organizzativa), che ha scelto una frase emblematica, significativa, per l’apertura del festival: La pazienza del coltivare, lasciando dunque che le parole e l’immagine su descritta abbiano una relazione immediata, che coltivare mantenga quella duplice radice latina per cui la cura verso l’esterno e l’interno – la crescita dei campi e la crescita del sé – confluiscano in un’unica intenzione.

Il tango delle Capinere – Ph Rosellina Garbo

Sarà un talk, ideato da Laura Bevione, a sancire in conclusione il senso dell’Ouverture dal 25 al 28 giugno: Agorà 2024 (il 28 giugno) sarà uno spunto di riflessione nato in seno all’Agenda 2030 dell’ONU e dedicato alla “salda mitezza del seminatore”, così interpretando in modo ancora più diretto il claim del festival, tracciando le linee di un’ulteriore confronto ideale, tra la fertilità del campo come possibilità, non come assoluto, perché senza la paziente cura del seminatore, di colui cioè che possa tradurre il pensiero in azione, dettando tempi di quiete e attesa, in un mondo invece vocato alla velocità vorace, infine suggerendo continui accorgimenti perché il seme confluisca fluidamente nel frutto, dal quale trarre nuovi futuri semi. Durante questo primo periodo saranno molti gli spettacoli, principalmente di autori poco noti e artisticamente giovani, come Pietro Giannini con La costanza della mia vita (25 giugno) o maestri come Antonio Catalano con Artaban (26 giugno) o Roberto Abbiati con Circo Kafka (27 giugno); e poi il Collettivo Caligo con Petrusinu (26 giugno) e gli Eat the Catfish con Primavera e altre stagioni (27 giugno). Grande attenzione anche alla parte di formazione con i Sanpapiè (loro il laboratorio Metamorfosi, dal 25 al 30 giugno).

Ma nel festival appariranno via via anche nomi più noti con progetti affermati nel panorama teatrale nazionale e internazionale, come per esempio ancora Sanpapiè con Taca tè (8 luglio), la compagnia lusitana Teatro da Garegem con Teatro de papel (17 luglio), Emma Dante con Il tango delle capinere (26 luglio), Antonio Rezza e Flavia Mastrella, leoni d’oro alla Biennale di Venezia, con il collaudato Io (30 luglio), fino allo speciale speech show del fisico Vincenzo Schettini che il 10 agosto porterà i suoi esperimenti, arricchiti dalla recente esperienza televisiva, al pubblico della piazza festivaliera con La fisica dell’energia.

Pietro Giannini – La costanza della mia vita

I temi cari al festival – la riflessione sulla trasformazione della materia in energia, il riciclo e la cura dei cicli naturali, la valorizzazione delle buone pratiche ambientali, l’attenzione all’evoluzione attraverso la memoria dell’umanità, la relazione con il territorio, ecc – saranno raccolti nella diffusa offerta formativa che attraverserà vari momenti del festival (per bambini o anziani, dedicati alla creatività o alla riflessione) e che vedrà anche un grande impegno artistico, non solo organizzativo, da parte di Officina Papage, soprattutto in merito a due progetti: TRANSLOCAL 02 When global meet local (28 giugno), una coproduzione internazionale site specific in prima assoluta che chiama i cittadini alla partecipazione attiva per raccontare l’Europa del presente e del futuro; PROGETTO RIFIUTI//Atto III R.S.A. – In Casa, terzo capitolo della ricerca condotta dallo stesso Pasquinucci e Paola Consani all’interno della R.S.A. Santa Chiara di Volterra, raccogliendo storie degli anziani ospiti per condividerne la memoria e testimoniarne la presenza. Energie, tra passato e presente, circoleranno nell’area geotermica quasi come semi nel vento, spore che il tempo condurrà lì dove sorgere ancora e ancora come frutto di nuova coltura.

Redazione

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