HomeCordelia - le RecensioniANTOLOGIA NOTTURNA (di Massimo Monticelli)

ANTOLOGIA NOTTURNA (di Massimo Monticelli)

Questa recensione fa parte di Cordelia di giugno 24

 

A Inteatro Festival di Polverigi, la proiezione del docufilm L’isola del teatro ha testimoniato perfettamente la ricchezza degli oltre 40 anni di questo storico appuntamento. Le immagini si susseguono legando insieme artist* decisiv* per definire il contemporaneo: da Win Vandekeybus al gruppo Ariadone di Carlotta Ikeda, passando per una giovanissima (ieri come oggi bellissima) Adriana Borriello. Con Velia Papa, direttrice storica della manifestazione, ho condiviso che il momento più bello e significativo (e ce ne sono davvero molti) è in una domanda (all’epoca molto frequente) rivolta da un improvvido intervistatore al leggendario gruppo canadese La La La Human Steps: che tipo di teatro fate? Cui seguì un divertito imbarazzo e, inevitabile, lo scoppio collettivo di una risata. Non importavano più generi né confini né reti di protezione: la performance era rischio e dissenso. Nella giornata conclusiva del programma di quest’anno, ho visto in anteprima Antologia notturna di Massimo Monticelli, in scena lui stesso con la straordinaria Noemi Piva (vera forza della natura, capace di presenza ironica, di vocalità astratta, di complicità cinetica). Massimo mi spiega che il modello ‘antologico’ è quello del mordi e fuggi, leggi-quel-che-vuoi-e-passa-oltre. E infatti all’ingresso ci consegnano la zine con le poesie da loro composte durante il processo creativo. Ma qui in scena, i continui loop che si creano tra parole irriconoscibili, i delay che si inseguono di suoni come puri significanti, fanno di questo lavoro una composizione continua e autogenerativa, per sovrapposizione, sedimentazione progressiva: voci e gesti e suoni come una archeologia dell’istantaneo. È infatti sorprendente la continuità compositiva, anche pur passando per momenti molto naive (il microfono a terra da litigarsi; la solita borraccia termica per dissetarsi, e per spezzare ritmo e ricezione, altrimenti non è performance; un assolo a testa per chiudere, altrimenti non è coreografia…). Monticelli, davvero bravissimo, è al bivio: puntare alla confezione o deviare sullo sballaggio, sul disfare le forme, la poesia degli scarti? (Stefano Tomassini)

Visto al Teatro Teatro della Luna per Inteatro Festival 2024.Concept, regia Massimo Monticelli coreografia Massimo Monticelli in collaborazione con Noemi Piva danza, testi Massimo Monticelli e Noemi Piva disegno luci Maria Virzì produzione Anghiari Dance Hub e TIR danza

Cordelia, giugno 2024

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Stefano Tomassini
Stefano Tomassini
Insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi.

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