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LAMPYRIS NOCTILUCA (di Aristide Rontini)

Questa recensione fa parte di Cordelia di aprile 24

Progetto “Il corpo in scena” Realizzato per Accademia Teatro alla Scala, AA 2018/2019 Curato da Corrado Crisciani Fotografo: Francesco Mazzola Modello: Aristide Rontini

Forse un giorno il corpo non sarà strumento di affermazione di distinzione, ma solo il limitato contenitore di qualcosa di splendido. Aristide Rontini porta in scena il suo contenitore e lo apre agli occhi del pubblico, disvelando un’emotività ricca eppure delicata, in parte misteriosa, fatta di morbide fluidità e punture stentoree. In principio il buio si ritrae al fioco bagliore che sorge da una massa su cui si riconosce una vaga forma umana; la struttura totemica è sollevata per aria, è cangiante. Più piccolo, quasi minimo, la figura d’uomo appare confusa mentre gli occhi si abituano alla nuova condizione di luce. È di spalle, il suo corpo è ciò che abbiamo davanti, e ciò che lo contraddistingue è l’abbigliamento maschile e nulla più. I movimenti flessuosi della schiena e delle braccia, la curvatura estrema dal collo alle ginocchia, precedono il dischiudersi del semplice contenitore. La forma è quella della statuaria. La luce del totem prende vigore quando il corpo si volta e si esprime in numerosi tentativi di posizionamento, nessuno dei quali corrisponde al suo aspetto. Le braccia si fanno sicure, ruotano e accompagnano; si stende per terra, sul fianco. La mancata corrispondenza di ciò che appare e ciò che intimamente è, spacca l’esteriorità e conducono alla mutazione. La veste cambia, rossa, nasconde la forma in un turgido bozzo da cui è possibile distinguere la sagoma del viso, e per qualche attimo ciò che pulsa non è più un corpo bensì lo splendore che porta dentro. Lo splendore si compatta in una sembianza più propriamente femminile, lì dove la lunga gonna meglio accompagna quella fluidità curva del bacino e delle anche, moltiplicando le curve dinamiche. Quindi si ritorna a una forma, una e data. Tralasciando il riferimento a Pasolini e al suo famoso articolo sulle lucciole, perché improprio, fuorviante e soggetto a un pensiero identitario che rigetta quello di classe, e al netto della bellezza dell’immagine, sorge un dubbio: si applaude per la forma del contenitore o per lo splendore che porta dentro? (Valentina V. Mancini)

Visto a Spazio Körper; Crediti: Di e con Aristide Rontini; Dramaturgia Gaia Clotilde Chernetich; Musiche originali live Vittorio Giampietro; Disegno luci Giulia Pastore; Tecnico Luci Angelo Generali; Audio-descrizione poetica Live (per un pubblico cieco) Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello; Collaborazione produttiva Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Ass. Cult. Nexus – Aps; Con il sostegno di Versiliadanza, Onassis AiR nell’ambito del progetto Europe Beyond Access cofinanziato dal programma Europa Creativa, Progetto Residenze Artistiche 2022/2023 Area Cultura Comune di Imola, Masque Teatro

 

Cordelia, aprile 2024

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