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DECISIONE CONSAPEVOLE (coreografia di Roberto Tedesco)

Questa recensione fa parte di Cordelia di marzo 24

È arrivato a compimento, col debutto a serata intera, il progetto coreografico Decisione consapevole di Roberto Tedesco. La crescita del percorso compositivo e la maturità delle scelte sono ora precisate ed evidenti. Un concorde quartetto di interpreti (Mattias Amadori, Eleonora Dominici, Laila Lovino e Francesco Misceo), sempre in scena, si moltiplica o si sottrae continuamente entro o sopra uno spazio ottimamente illuminato, segnato a terra da una larga cornice che accoglie e accompagna e distende le azioni. È un esterno, almeno in avvio, perché il sonoro vi allude nel vociare di bambini. Ma poi le sequenze si disseminano in quadri stanziali o in improvvise fughe, secondo mappe estemporanee ma non improvvisate, continuamente mediate dal processo decisionale di ognuno. Il corpo dei quattro (che spesso si estende in un effetto di moltiplicazione) non confonde infatti le singolarità, che restano distinte e attive nel gioco d’insieme. Un unico, lungo, buio introduce a una scena di transizione, che riparte dal nudo di una coppia. E che si ricongiunge secondo una idea di convivenza che non ammette fratture né esclusioni. Forse solo il piano musicale, ricchissimo di brani e di atmosfere in serie (le trappole di melopee collettizie), a volte risulta solo finalizzato a segnare il movimento; una più indipendente ricerca di relazione, tutta d’un getto, tra forme del movimento e musicali, avrebbe forse ridotto l’effetto funzionale, rischiarando una più consapevole unità. Ma vi è però una coerente dimensione intuitiva delle presenze che salda insieme le parti del lavoro: gli elementi messi in gioco da ognuno dei corpi sono già azione, non solo reazione. Così una intensa e nervosa segmentazione del movimento, fatta di ripartenze o di rallentamenti (anche tra coppie in simultanea), scompone e ricompone la mappa del mondo che qui si sta disegnando. È il risultato di una decisione di natura percettiva: Tedesco sembra allora aver voluto coreografare proprio ciò che voleva riuscire a introdurre nel proprio mondo interno. (Stefano Tomassini)

Visto alla Fonderia di Reggio Emilia, Coreografia: Roberto Tedesco, Interpreti: Mattias Amadori, Eleonora Dominici, Laila Luchetta Lovino, Francesco Misceo, Musiche: Eskmo, Brendan Angelides / Rival Consoles / The Gentleman Losers / Pan-American / J. S. Bach / Raime / Senking, Sound designer: Giuseppe Villarosa, Disegno luci: Giacomo Ungari, Costumi: Francesca Messori. [Crediti completi]

Cordelia, marzo 2024

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Stefano Tomassini
Stefano Tomassini
Insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi.

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