HomeCordelia - le RecensioniGO FIGURE (di Sharon Fridman)

GO FIGURE (di Sharon Fridman)

Questa recensione fa parte di Cordelia di marzo 24

Shmuel Dvir Cohen attraversa lentamente lo spazio, da sinistra a destra, la scena del teatro Palladium è nera e vuota, ma densa di fumo e delle musiche originali di Noem Helfer. Le luci, poste anche sullo sfondo in un set dal potente effetto, disegnano i corpi, fanno sì che quello di Cohen si stagli nella nebbia. È un viaggio epico il suo, a cavallo di un monopattino elettrico con un un sedile, di quelli per persone con mobilità ridotta. Ma bastano pochi secondi per capire che l’obiettivo del performer è quello di spostare ad ogni metro il confine della difficoltà: il piccolo mezzo di trasporto continua indefesso a muoversi, disegnando un cerchio in scena mentre Cohen si impegna in lente posizioni acrobatiche. Un cambio di luci e di atmosfera mostrerà, al termine di questo prologo in assolo, il corpo del secondo performer, Tomer Navot, anche questo dentro una tutina blu, accasciato sul pavimento: forse ha appena ritrovato il proprio doppio. Ora il primo può scendere dal monopattino e inforcare le due stampelle agganciate dietro al sedile, anche qui c’è qualcosa di epico e cavalleresco. È poesia e forza fisica, equilibrio e leggerezza, potenza e precisione, quella studiata da Sharon Fridman per i corpi dei due artisti, è una relazione coreografata senza che emerga un piano di subalternità di uno rispetto all’altro. In uno dei momenti più suggestivi Navot si posa sulle spalle di Cohen, apre le braccia ed è come se spiccasse il volo. Ma anche nelle posizioni più complesse, tra Contact e abilità quasi circensi, la ricerca tende a un poetico punto di commozione in cui la realtà si sospende. È stato il corpo non conforme di Shmuel a ispirare il lavoro del quarantenne coreografo israeliano: «[…] mi ha proposto nuove forme e nuovi modi di creare architettura da un corpo che funziona in modo diverso dal mio. In questa creazione il mio obiettivo era creare bellezza mediante logiche a me sconosciute, cercando in un altro corpo un’opportunità per un nuovo linguaggio». (Andrea Pocosgnich)

Visto al Teatro Palladium, nella stagione di danza Orbita Crediti: Direzione e coreografia Sharon Fridman Assistente alla direzione e Production Manager Tamar Mayzlish Con Shmuel Dvir Cohen, Tomer Navot Musiche originali Noem Helfer Light Design Yaron Abulafia e Sharon Fridman Costumi Miki Avni Management Lola Ortiz de Lanzagorta (New Dance Management) Durata 50′

Cordelia, marzo 2024

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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