Chi sono i gigantes contro cui Don Chisciotte combatte? Certamente, i mulini a vento. Ma nella visione di Horacio Czertok, fondatore e regista del Teatro Nucleo di Ferrara, che sull’opera di Miguel De Cervantes lavora da più di trent’anni, il primo gigante che Don Alonso incontra sulla sua strada è proprio se stesso: la sua pigrizia mentale e fisica, il suo essersi consegnato a una vita confortevole fatta di aria salubre e romanzi. Finché, dice Horacio: «prende coscienza, come diremmo con linguaggio un po’ “sessantottardo”, dei mali del mondo e prende la decisione straordinaria di diventare lui stesso paladino. Non che un atto di eroismo possa cambiare le cose, Don Alonso lo sa: contro i giganti l’eroismo non basta, è necessario un impegno collettivo».
Contra Gigantes. Narrazione per attore solo e complici spettatori, pubblicato nel 2023 da Seb27, nasce dall’esperienza del gruppo sullo spettacolo Quijote, grandiosa produzione viaggiante del 1993 che ha girato oltre 400 piazze in tutto il mondo, e che immagina il Don riprendere vita e scorrazzare per le vie delle città, tra un combattimento e l’altro. Contra Gigantes è un testo teatrale per quando lo spettacolo e il teatro non si possono fare: è pensato per le librerie, i caffè, le scuole, come un invito alla lettura dell’immortale opera letteraria, da tutti conosciuta ma da pochi realmente letta. L’indifferenza, la tirannide… questi alcuni degli avversari del Don, mai del tutto perdente o vincente nella versione di Czertok (“a chi interesserebbero le sue vicende, altrimenti?”).
Ce n’è un altro, di gigante, che lega tra loro le narrazioni: è il carcere, le alte mura penitenziarie. Quelle sivigliane tra cui Don Miguel scrive il suo romanzo, quelle argentine da cui la Comuna Nucleo scappa alla fine degli anni ‘70 per rifugiarsi in Italia. Quelle della Casa Circondariale di Ferrara, tra le quali l’ora Teatro Nucleo sarà capace di fare breccia, e di attuare un progetto di incontro, scrittura e rigenerazione più che ventennale. Libertà vo’ cercando, libricino pubblicato sempre dall’editore torinese nel 2022, ripercorre questi vent’anni attraverso una scrittura polifonica che riesce a mettere insieme tutte le voci del progetto teatro-carcere realizzato nella struttura ferrarese. L’idea del libro, mi spiega Horacio, nasce in realtà dallo scritto di Fulvio Marchini, ex detenuto partecipante ai percorsi laboratoriali che, con grande lucidità e sincerità, tenta di raccontare in prima persona il percorso di comprensione ed emancipazione attraverso la pratica teatrale. Intorno a questo scritto ruotano i testi di Czertok e Marco Luciano, coordinatori e registi del progetto, delle educatrici del carcere, degli assessori, delle insegnanti delle scuole, nella sintesi impressionistica di una tra le numerose, longeve esperienze di teatro-carcere in Italia: «non si tratta di una novità: per fortuna in Italia l’attività teatrale nelle carceri rappresenta, in un certo senso, un’eccellenza. Non è facile trovare esperienze di questo tipo in Europa», mi spiega Horacio. Esperienze che, almeno quelle della regione emiliano-romagnola, hanno potuto incontrarsi tramite il progetto Coordinamento Regionale Teatro Carcere promosso, appunto, dal gruppo ferrarese nel 2009.
Il libro, grazie alla sua coralità, ha uno stile più vicino al quaderno di bordo che al saggio, restituisce una visione complessa del lavoro teatrale in carcere, e ne sottolinea, con testimonianze vivide e appassionate, la capacità di creare benessere, consapevolezza, apertura mentale non soltanto nei detenuti che partecipano in prima persona, bensì in tutte quelle parti sociali (dagli agenti, agli educatori, agli spettatori esterni e agli studenti delle scuole) che vengono coinvolte in un processo complesso di incontro e avvicinamento all’istituzione penitenziaria e ai suoi abitanti.
Quest’anno il Teatro Nucleo compie cinquant’anni. Festeggerà con “Rabicano”, festival di teatro negli spazi aperti con compagnie da tutto il mondo, dal 3 al 12 maggio. E, soprattutto, con il riallestimento dell’ormai storico Quijote!. Una festa, un omaggio anche per la sua regista, Cora Herrendorf, co-fondatrice del gruppo e compagna di vita di Czertok, scomparsa l’anno scorso.
Una grande festa per il teatro delle piazze, della gente, dei matti e dei paladini.