Questa recensione fa parte di Cordelia di febbraio 24
È difficile pensare a una condizione più totalizzante del buio, in senso fisico e metaforico; proprio in esso si addentra il recente Paura del buio? di Giuseppe Massa, visto allo Spazio Franco di Palermo. È nell’oscurità che Antonio e Bernardo, fratelli elettricisti, si trovano in un sotterraneo nel tentativo di riparare un guasto. Antonio e Bernardo sono costretti alla coesistenza in uno spazio inesistente ma possibile, in cui il dato reale e il dato immaginifico si confondono dissolvendosi l’uno nell’altro. E non bastano i brevi momenti di luce a fornire coordinate più precise, quando brevi flash rivelano due fantocci dai movimenti robotici e stereotipati, privi di vita e senso al di fuori di quell’universo immaginifico consentito dall’oscurità. Nel reale black-out che spegne la città, i due protagonisti si perdono, si negano alla vista, si disintegrano per materializzarsi in una dimensione altra. Spogliati dei loro corpi, si riducono a voce; questa si impone brutale con cruda, tagliente asperità. Giuseppe Massa e Gabriele Cicirello interpretano due fantasmi, due idee, due maschere senza volto: si tratta di una soluzione alla quale Massa è pervenuto per gradi, dopo un iniziale interesse verso forme di più didascalico straniamento scenico. Ma Paura del buio? adesso lascia tutto all’immaginazione, letteralmente. Lo squallore del sotterraneo – uno squallore soltanto evocato, ma che davvero odora di umido e ruggine – è il setting in cui i fratelli si sottopongono a una sorta di allucinata seduta psicanalitica; da questa emerge un sommerso ancora più profondo del luogo in cui i due si trovano a lavorare, tra utensili e rumore di ferraglie. E non è facile uscirne, tra ricordi e associazioni spontanee, muovendosi tra il pubblico alla ricerca di un’uscita che possa salvare tutti e rimane introvabile. L’immaginazione permette la liberazione definitiva: la discesa nel sommerso è pulsione di morte, ma il suo recupero è ascesa. Nel grembo della madre (Sofia La Licata), i due fratelli riescono infine a ritornare, dopo la metamorfosi in stelle – in luce (Tiziana Bonsignore).
Visto allo Spazio Franco. Crediti: di Giuseppe Massa, con Gabriele Cicirello, Sofia La Licata, Giuseppe Massa, suono Giuseppe Rizzo, scene Elena Amato, costumi Linda Randazzo, aiuto regia Simona Sciarabba