Il Teatro Nazionale di Genova cerca tre interpreti per “Il giro di vite”, diretto da Davide Livermore

Il Teatro Nazionale di Genova cerca tre interpreti per lo spettacolo Il giro di vite, tratto dal racconto di Henry James e diretto da Davide Livermore. Disponibilità richiesta settembre e ottobre 2024. Entro e non oltre le ore 23 del giorno 10 marzo 2024.

I personaggi sono i seguenti:

Miles, nove anni. Coprotagonista, fratello di Flora. Può essere interpretato da un bambino o bambina o anche da un’attrice o attore adulti, che siano fisicamente credibili come bambini.

Miss Jessel, già istitutrice di Flora e Miles, morta in circostanze misteriose. Il suo fantasma, con la complicità del fantasma del maggiordomo Peter Quint, perseguita l’anonima protagonista e i due bambini. Età scenica presunta tra i 25 e i 40 anni.

Mrs Grose, governante di Bly Manor. Innamorata dei bambini, anima semplice e saggia, insieme alla protagonista del racconto affronta i segreti di Bly. Età scenica presunta tra i 40 e i 60 anni.

I candidati adulti devono essere obbligatoriamente attrici e attori professionisti, o allievi in anno di diploma nelle più importanti scuole di recitazione.

Per la prima fase di selezione, oltre a un curriculum vitae aggiornato con foto, è richiesta una breve presentazione video, di durata non superiore al minuto, e un cosiddetto “self-tape” (esclusivamente link YouTube o Vimeo e non video da scaricare) in cui si reciti a memoria il sonetto 30 di Shakespeare, nella traduzione in versi sciolti di seguito proposta.
Inviare la propria candidatura a: girodivite@teatronazionalegenova.it

L’invio del materiale deve avvenire tassativamente entro e non oltre le ore 23 del giorno 10 marzo 2024.

La seconda fase di selezione si svolgerà dal vivo nei giorni 25 – 26 – 27 marzo 2024 presso una delle sedi del Teatro Nazionale di Genova.
I candidati scelti per partecipare alla seconda fase saranno contattati entro il giorno 15 marzo 2024 e riceveranno indicazioni su come prepararsi per l’incontro dal vivo con il regista Davide Livermore.

William Shakespeare, Sonetto XXX

Quando all’appello del silente pensiero
io cito il ricordo dei giorni passati,
sospiro la mancanza di molte cose che volevo,
e con vecchie pene ora nuove lamento lo spreco della mia vita:
allora posso inondare il mio occhio, non abituato al fluire,
per gli amici preziosi nascosti nella notte eterna della morte,
e piango di nuovo pene d’amor perdute,
e gemo per le tante immagini che mi sono svanite,
e allora porto il lutto per lutti ormai trascorsi,
e, di dolore in dolore, tristemente ripasso
l’infelice conto delle sofferenze già sofferte
che pago di nuovo come se non avessi mai pagato.
Ma se in quel momento io penso a te, amico caro,
ogni perdita è compensata e ogni dolore ha fine.

(Traduzione di Carlo Sciaccaluga)

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