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DA QUI NON È MAI USCITO NESSUNO (di Alessia Cristofanilli)

Questa recensione fa parte di Cordelia di gennaio 24

Foto Manuela Giusto

Il piccolo spazio scenico ricavato in una delle sale del Teatro di Documenti è occupato in un angolo da un’enorme quantità di gonfiabili colorati, quelli delle feste di compleanno, a forma di lettere, numeri e oggetti. Ci sediamo nella platea, tra il bianco e l’avorio della storica perla architettonica inventata da Luciano Damiani scavando dentro Monte dei Cocci a Testaccio; l’attesa viene interrotta a sorpresa quando Giulia Mombelli emerge da sotto la montagna di palloncini colorati per guadagnare il proscenio. La modalità è quella consueta di un racconto teatrale che si ferma qualche metro prima della stand up comedy per quello che riguarda la relazione con lo spettatore, ma che si allontana ancora di più dal genere per la qualità della scrittura poetica. Da qui non esce nessuno è un monologo scritto e diretto da Alessia Cristofanilli (e nato all’interno di un workshop tenuto da Lucia Calamaro) e indossato da Mombelli con naturalezza e precisione. Il nucleo tematico non è nuovo, una donna deve fare i conti con il proprio spaesamento di fronte alla società dei consumi e con la propria incapacità di stare al mondo, in quel mondo. La scrittura di Cristofanilli sorprende per vivacità, intelligenza e ironia: il centro commerciale con le lumache di plastica sulle pareti, il caffè dove tutto è illibato e conciliante mentre fuori «imperversa il post moderno, vige la contraddizione, è una bolgia di incertezze». La critica al capitalismo delle merci viene qui declinata con un tratto di moderno esistenzialismo: la protagonista, che si fa chiamare U è consapevole del proprio status marginale, eppure un giorno si blocca di fronte alla porta di casa, non riesce più ad uscire. Forse la distanza tra lei e il mondo è ormai incolmabile: «alla base c’è un eccesso di pensiero critico, un eccesso di domande, un eccesso di dubbio» e, al contrario del Marcovaldo calviniano, il grande desiderio è quello di uno spazio vuoto, senza merci, un luogo in cui svuotarsi, invece che riempirsi. (Andrea Pocosgnich)

Visto al Teatro di Documenti; Crediti: Scritto e diretto da Alessia Cristofanilli Con Giulia Mombelli Elementi scenici di Eleonora Ticca Costume di Nika Campisi Supervisione artistica Alberto Bellandi Foto di scena Manuela Giusto

Cordelia, gennaio 2024

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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