Questa recensione fa parte di Cordelia di dicembre 23
Piante, arbusti, fogliame che spuntano da zolle grigie, più avanzati, dei blocchi, parallelepipedi e cubi, il fondale è incorniciato da un frontespizio chiaro, quasi bianco e piatto; quattro attrici in nero e un’armatura bianca vuota. Il Cavaliere inesistente di Tommaso Capodanno, sold-out, per due settimane nella sala b del Teatro India è un bell’esercizio di gioco tra scena e letteratura, un’orchestrazione di possibilità attorali attorno alla narrazione scenica del capolavoro di Italo Calvino. Il giovane regista campano torna a produrre al Teatro di Roma dopo l’esperienza shakespeariana al Teatro Torlonia, qui i mezzi produttivi però sono ufficiali (nella precedente occasione lo spettacolo era la fine di un percorso formativo); anche in questo caso per la drammaturgia collabora con Matilde D’Accardi che firma l’adattamento dal romanzo. Questo spettacolo è composto sostanzialmente da due idee: una suggestiva, originale e compiuta, rappresentata dal personaggio di Agilulfo, il cavaliere dalla corazza bianca e vuota – al seguito dell’esercito di Carlo Magno – in scena si muove grazie al lavoro di Evelina Rosselli che lo fa muovere dall’interno conferendogli anche voce, insomma uno stratagemma da teatro di figura che può portare a interessanti risvolti metaforici e teatrali; l’altra idea invece è più facile e meno folgorante, e riguarda la distribuzione della narrazione su quattro attrici (oltre a Rosselli, Francesca Astrei, Maria Chiara Bisceglia, Giulia Sucapane), interpreti tuttofare che prestano voce e corpo ai tanti personaggi della favola. Tale modalità non lascia spazio ad altre idee registiche facendo sì che lo spettacolo nella sua ora e mezza non esca fuori da un meccanismo un po’ scolastico perdendo l’occasione di inventare altri percorsi. La traduzione teatrale rappresentata soprattutto dalla parola e dai corpi rimane comunque piacevole grazie all’approccio ironico e comico legato alla situazione, ai cambi di registro, alle mutazioni delle cadenze dialettali o alle piccole farciture metateatrali. L’operazione ha avuto infatti grande presa sul pubblico (anche grazie al talento delle quattro interpreti), come è stato confermato dal passaparola con cui si sono riempite le repliche. (Andrea Pocosgnich)
Visto al Teatro India. Di Italo Calvino adattamento Matilde D’Accardi regia Tommaso Capodanno con Francesca Astrei, Maria Chiara Bisceglia, Evelina Rosselli, Giulia Sucapane, scene Alessandra Solimene
immagine di Tommaso Capodanno foto di scena Claudia Pajewski