HomeCordelia - le RecensioniCONFINI DISUMANI (Equilibrio Dinamico)

CONFINI DISUMANI (Equilibrio Dinamico)

Questa recensione fa parte di Cordelia di dicembre 23

Foto Stefano Sasso

La compagnia Equilibrio Dinamico porta in scena, nella suggestiva coreografia di Roberta Ferrara, un corpo compatto fatto di migliaia di corpi. Sotto le luci degli elementi naturali che sfaldano i contorni già di per sé confusi, un coro compatto appare dal fondo: è un movimento continuo lento, oscillatorio, un trascinarsi con ostinazione come un mare senza limitazioni di costa. L’elemento naturale, di acqua e di sabbia, è a sua volta evocato in maniera pervasiva da un repertorio musicale che riproduce più che un’idea universale di Mediterraneo, una più semplice e immediata di Sud. Come ogni mare, il coro compatto ha le sue correnti interne, e dal lento fluire il ritmo deflagra in una forsennata fuga circolare da cui emergono i singoli, la cui corsa in prima fila diventa emblematica quanto un’antica immagine sacra. Persino gli attimi in cui il coro, frantumato in singole componenti che si ricompattano momentaneamente nello scontro per poi sospingersi lontano, hanno il portato del sacro. Il misticismo, traghettato dall’elemento della perenne sofferenza corporale, si estende su tutta la scena per attribuire una dignità altrove rifiutata; ma vi riesce in parte, perché è un senso di imponenza che distrae. Un pensiero laterale, una riflessione sulle note di regia che partono dalla scrittura emotivamente troppo semplicistica di Erri De Luca; una scrittura che ha comunque contribuito, in scena, a formulare immagini di notevole spessore figurativo e di un non trascurabile impatto emotivo, ma su cui è necessario postillare: la disumanità non è un qualcosa che esiste, ma è un processo di elaborazione del senso di colpa che porta a vedere nell’altro esclusivamente il dolore che gli viene provocato (il più delle volte da chi poi elabora l’idea di disumanità), commettendo l’errore di identificare quell’altro col solo dolore, senza che ci sia una storia individuale a controbilanciare. Semplificando: quella dell’esule e della vittima di guerra è una categoria compattante di facce tutte uguali che esclude le vite. (Valentina V. Mancini)

Visto al Piccolo Bellini; Crediti: Compagnia Equilibrio Dinamico; Concept e coreografie Roberta Ferrara; Disegno luci Roberto Colabufo; Costumi Franco Colamorea; Produzione Equilibrio Dinamico; Con il sostegno di Teatro Koreja;

Cordelia, dicembre 2023

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

Devozione e smarrimento. Giorgina Pi legge Roberto Zucco

A Romaeuropa Festival un altro atteso debutto: Giorgina Pi, regista del collettivo romano Bluemotion, si confronta con l'ultima opera di Bernard-Marie Koltès, Roberto Zucco....