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LEVIATANO (di Riccardo Tabilio, Regia Marco Di Stefano)

Questa recensione fa parte di Cordelia di novembre 23

Foto Nicolò degli Incerti Tocci

Due compagnie, una romana, la Carmentalia e una milanese, La Confraternita del Chianti; la prima ci ha messo i corpi e le voci di Giulio Forges Davanzati, Alessia Sorbello, Andrea Trovato, la seconda la cura drammaturgica di Chiara Boscaro e la regia di Marco Di Stefano. Un’operazione collettiva insomma per mettere in scena il testo vincitore del bando Ndn, Leviatano, scritto da Riccardo Tabilio, giovane autore trentino che su queste pagina abbiamo già incontrato per le collaborazioni con Kepler 452. Cominciamo dal titolo, il Leviatano, è quello del romanzo di Paul Auster del ‘92, il cui protagonista si scatena proprio contro lo Stato, il mostro di Hobbes. E d’altronde anche il personaggio principale della storia reale ripresa da Tabilio è qualcuno che vuole opporre la propria piccola rivoluzione agli ingranaggi del sistema. Siamo a Pittsburgh e un anonimo disoccupato rapina due banche nel giro di pochi giorni, ma la questione non riguarda solo il movente, l’interrogativo si focalizza su come faccia ad essere così sicuro di sé senza avere nessuna esperienza. Qui entrano in gioco due studiosi, un professore universitario e un brillante dottorando, sono i due dell’effetto Dunning-Kruger, quella dispercezione per cui alcuni tendono a sovrastimare la propria preparazione in un campo in cui hanno pochissime nozioni. Ci sono detective, testimoni strafatti, poliziotti zelanti, impiegati di banca che finalmente si sentono al centro del mondo, gli Stati Uniti dei Nineties un po’ da fumetto assurdo e scombinato. Con un finale, tanto comico quanto delirante, in cui viene svelata l’idiozia suprema, ovvero il motivo per il quale il criminale amatoriale credeva di poterla fare franca. Se il meccanismo drammaturgico è funzionale al racconto e allo show, così come l’alternanza di quadri teatrali a grandi classici del pop rock anni ‘90 suonati dal vivo, ciò che perplime è l’inquadratura dello spettacolo nella solita cornice metateatrale, con tanto  di battutine e gag interne alla compagnia di cui lo spettacolo non avrebbe bisogno. Pulizia e maggior rigore gioverebbero all’impianto complessivo. (Andrea Pocosgnich)

Visto all’Altrove Teatro Studio. Di Riccardo Tabilio con Giulio Forges Davanzati, Alessia Sorbello, Andrea Trovato assistente alla regia Cristina Campochiaro scenografie video Antonio Simone Giansanti preparazione musicale a cura del M° Attilio Costa disegno luci Enzo Biscardi dramaturg Chiara Boscaro regia, scene e costumi Marco Di Stefano SPETTACOLO VINCITORE DEL BANDO NdN 2020-2021 Coproduzione Network NdN, Teatro Libero Palermo, Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona, Centro Teatrale MaMiMò Col supporto di TRAC – Centro di residenza teatrale Pugliese, AterlierSì e Dracma – Centro sperimentale di arti sceniche. Realizzato da Compagnia Carmentalia e La Confraternita del Chianti

Cordelia, novembre 2023

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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