Questa recensione fa parte di Cordelia di novembre 23
Il tragico è insito già nel titolo, quel “Hell” che si stacca graficamente dalla “O”, grande, tonda e totale. La preposizione tragica che anticipa, forse, il nome: “O” come OtellO, ultimo lavoro di Kinkaleri da cui nasce HellO°, una «costola» come la definisce il collettivo, una scrittura corpocentrica che dà parola alla fisicità, nuda, di Michele Scappa, presentata a Largo Venue durante Interazioni Festival – Ctonia, a cura di Chiasma, la cui maggior parte degli eventi sono a ingresso gratuito. Un assolo assoluto in cui la scena è costruita dall’interprete facendo srotolare tappeti riflettenti, usando oggetti come una mazza, due palloni, e indossando una maglietta in cui campeggia la scritta “Mondo”. A comparire sin dall’inizio, e poi spostata di lato, la W del progetto di scultura urbana di Kinkaleri, di cui si aspettano, ancora, notizie in quel di Bologna. Il mondo è quindi costruito dal corpo umano, homo faber della sua fortuna ma anche sfortuna; Kinkaleri scrive nelle note: «in questo periodo storico, ancor prima che la pandemia la immettesse nel nostro immaginario, si stava già insinuando un’idea di perdita e di sostituzione dell’esperienza del vivente tramite la scrittura di un codice che potesse sostituirlo, surrogarlo, ampliarlo ma anche sottometterlo. Ci siamo dedicati perciò a un’idea di cura e di protezione di questo unico corpo». Questa tutela del corpo in via di estinzione è traslata in una dimensione di perfezione estetica portata alla sua estrema vividezza; del gesto del danzatore è possibile osservarne tanto la plasticità inscalfita e marmorea, quanto la sua precarietà fragile ed esposta, che è bellezza proprio per l’antinomia di cui essa è composta. Nella supremazia della fisicità statuaria, nelle braccia e gambe che come vettori disegnano una circonferenza tutta intorno, si palesa infatti l’unicità in cui è insita la moltitudine; un Vitruvio del XXI secolo che, nonostante utilizzi oggetti riconducibili al maschio (la mazza da Baseball, i palloni da calcio) e sia biologicamente uomo, non mascolinizza tuttavia il discorso sulla centralità del corpo, espressione di umanità onnicomprensiva, ma sola e solitaria in un orizzonte rarefatto e incerto. (Lucia Medri)
Visto a Largo Venue durante Interazioni Festival – Ctonia: progetto / realizzazione Kinkaleri / Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco con Michele Scappa, musica Canedicoda, produzione Kinkaleri / KLM – 2022/2023 con il sostegno di MIC- Regione Toscana
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