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MOLTO RUMORE PER NULLA (regia di Tommaso Capodanno)

Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 23

Foto Claudia Pajewski

Benché presentato come esito finale del progetto pedagogico “Classico in scena: Shakespeare” del corso di perfezionamento per attrici e attori del Teatro di Roma, Molto Rumore per Nulla è uno spettacolo solido e a ben diritto nel cartellone del Teatro Torlonia. Fresco, corale, originale, l’adattamento della tragicommedia shakespeariana è ottimamente attuale, privo di forzature o ammiccamenti. Una media veramente alta di talento e capacità tecnica tra i tanti giovani interpreti anima una lingua anch’essa rinfrescata da una nuova traduzione (a firma di Tommaso Capodanno e Matilde D’accardi). Questa non presenta alcuna traccia di rivendicazione contemporanea, ma lega fluidamente le maglie della trama alle poltrone, senza rinunciare alla ricchezza del gioco linguistico originario. L’impianto registico di T. Capodanno non si giova di alcun elemento scenografico, ma è retto completamente dalla dinamica attoriale e sfrutta a 360 gradi lo spazio sontuoso del Torlonia. Si insiste su un’efficace prossimità e complicità con la platea, agganciata fluidamente nei codici scelti tanto a livello di distribuzione (alcuni personaggi, come Leonato, cambiano di genere senza forzature di senso) quanto rispetto ai costumi (siamo a Messina, vicini al mare: una festa in maschera non può che diventare una festa in costume da bagno). La recitazione, che potrebbe soffrire di accademismi, ne sfrutta l’efficacia sporcandola col gioco serissimo, il canto, l’energia e la generosità degli interpreti. La schermaglia amorosa, il soliloquio arguto, le venature di tragico nell’intrigo della commedia: tutti gli elementi di una delle opere del Bardo più rappresentate si ritrovano a vivere in nuova eppure naturalissima veste. Quel nulla del titolo, proposto come una “cosetta da niente”, diventa allora anche indizio di maniera: la solidità del mestiere che non si prende sul serio e perciò restituisce verità al teatro. (Sabrina Fasanella)

Visto al Teatro Torlonia. crediti: di William Shakespeare. Traduzione e adattamento Tommaso Capodanno e Matilde D’Accardi. Regia Tommaso Capodanno. Con Nicolò Ayroldi, Greta Bendinelli, Giuseppe Benvegna, Roberta Catanese, Irene Ciani, Renato Civello, Chiara Davolio, Eugenia Faustini, Carlo Golinelli, Francesco Maruccia, Arianna Serrao, Sara Setti, Martina Tinnirello. Capo elettricista Vincenzo Lazzaro. Elettricista Nuccio Marino. Fonico Danilo Pescitelli. Direttore di scena Antonello Giammarco. Sarte Barbara Iacurti, Loredana Spadoni, Catia Lazzerini. Responsabile tecnico Sandro Pasquini. Organizzatrice teatrale Gaia Polidori. Segretaria di compagnia Ilaria Iuozzo. Responsabile ufficio attività culturali Silvia Cabasino. Foto di scena Claudia Pajewski

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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