Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 23
Siamo al Tordinona, teatro storico tra quelli romani sotto i cento posti, tra l’altro da poco ristrutturato omaggiando l’origine secentesca del primo Tordinona. Sul palcoscenico pochi oggetti illustrano un interno della prima metà del Novecento, un uomo giovane risponde al telefono interrompendo la routine mattutina della rasatura, ha ancora la crema da barba sul volto: «Uno spettacolo tra due giorni? Al Gran Teatro di Berlino? Io? Ma lei lo sa chi sono io? Certo che lo sa, altrimenti non mi avrebbe chiamato. Nonostante lei sappia chi sono mi vuole al Gran Teatro di Berlino, Ah. Senta, non vorrei risultare inopportuno… Signor? Goebbels?». L’ultimo spettacolo di Werner Finck è una piccola scoperta, per l’interpretazione naturalissima e inappuntabile di Simone Corbisiero e il testo di Xhuliano Dule – che sembra ritagliato sul corpo, le indolenze e il cinismo pulito dell’attore – ispirato al personaggio realmente esistito nella Germania del Terzo Reich (trovato dall’autore tra le pagine di Ridere rende libri di Antonella Ottai). Dule è un trentenne nato in Albania e già affermato nel giro della stand-up comedy, anche televisiva, ecco spiegata la capacità della drammaturgia di muoversi su una frontalità sfacciata, di destreggiarsi in un immaginario sul quale raramente si ha il coraggio di ridere. Il sottotitolo della pièce già finalista al Fringe di Roma, diretta da Emilia Agnesa e Bianca Mastromonaco è in questo senso molto esplicativo: “ma di cosa ride un nazista?”. La questione si fa interessante quando il pubblico inizia a percepire che forse questa domanda è rivolta a noi, spettatori di oggi – di cosa possiamo o non possiamo ridere? Meriterebbe spazio questo lavoro e forse anche una messa a punto ulteriore per rafforzare quel gancio con il presente. Ma la scrittura è già apprezzabile e in grado di coinvolgere sorprendendo, come nel caso della lunga storia del baffo di Hitler, per la quale il protagonista inventa un’origine rocambolesca, ovvero l’infarto di un barbiere. (Andrea Pocosgnich)
Visto al Teatro Tordinona Testo di Xhuliano Dule Regia, Messinscena e Disegno Luci di Bianca Mastromonaco ed Emilia Agnesa con Simone Corbisiero
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