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HomeCordelia - le RecensioniHO MOLTO PECCATO: I. PARLO (di Paolo Costantini)

HO MOLTO PECCATO: I. PARLO (di Paolo Costantini)

Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 23

Tre figure femminili (o una sola?) si muovono in uno spazio asettico. Delimitano il perimetro del pavimento bianco con un liquido versato da taniche di plastica. La prima immagine incendiaria mette da subito in stato d’apprensione chi guarda. Lo spettacolo, vincitore della prima edizione del premio di produzione “Silvio D’amico Alla regia” istituito dall’omonima accademia e dal Romaeuropa Festival, è un excursus performativo ispirato alla vita di Santa Caterina da Siena. La sua storia mistica coincide con la volitiva rivendicazione della propria libertà, della propria voce, passando per la negazione del corpo. Il cuore del lavoro è dunque la mortificazione del corpo come percorso di liberazione. La conquista di uno spazio di espressione passa per un’escalation di dolore: vestite di nero dalla vita in giù, Carolina Ellero, Elisabetta Misasi ed Evelina Rosselli si alternano mute in un rituale di azioni progressivamente più violente servendosi di oggetti di uso quotidiano, casalingo. Al centro, fulcro della scena, una struttura di vetro, prisma che riverbera in differenti modalità l’articolato disegno delle luci. Le attrici, ognuna con la propria fisicità peculiare e una medesima, grandissima abnegazione, si alternano nel sacrificio. Sono l’una il riverbero dell’altra, custodi e carnefici reciprocamente, non si aiutano, ma si comprendono, in una serie di azioni continuamente aperte e interrotte, sempre più perturbanti. Nel gioco di liquidi che avvelenano, tubi come cilici, capelli che soffocano, la lunga sequenza muta culmina in un crescendo forsennato, sostenuto dall’incalzare elettrico di una chitarra punk: è solo allora che dai corpi esausti delle interpreti sgorga potente la voce: «Sono nata per parlare». Il finale liberatorio permette la rilettura a ritroso dei segni. Tramite quei corpi “afflitti e macerati”, come scrive Santa Caterina stessa, la regia sembra giocare con l’empatia dello spettatore, più che con la sua elaborazione intellettuale, dispersa nella mole di significanti. (Sabrina Fasanella)

Visto al Mattatoio – La Pelanda – Romaeuropa Festival 2023 Progetto di Paolo Costantini, Carolina Ellero, Elisabetta Misasi, Evelina Rosselli. Regia Paolo Costantini. Con Carolina Ellero, Elisabetta Misasi, Evelina Rosselli. Liberamente tratto da “Il numero 22” di Alessia G. Matrisciano. Spazio scenico Alessandra Solimene. Composizione sonora Dario Felli. Disegno Luci Marco Guarrera. Supervisione artistica a cura di Valentino Villa. Produzione Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio d’Amico in collaborazione con Romaeuropa Festival

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